E sì perché noi audiofili dal saldatore facile non ci facciamo mai mancare stati ansiosi… anche quando non ce ne sarebbe proprio bisogno!
In realtà è proprio la speranza di vedere la luce in fondo al tunnel che ci anima…
Detto ciò, animato dalla voglia di riscoprire il digitale, promessa dal prossimo H-DAC+, mi sono ricordato che in qualche meandro della mansarda, chiuso in qualche imballo di hi-fi, avevo un vecchio Cambridge Audio CD2 comprato molti anni fa su eBay come not working e a poco prezzo, causa mancanza di telecomando e non funzionamento del display (sembra fosse un difetto tipico di quei led). Tuttavia era funzionante e la curiosità di sentire come suonava uno di quei mostri sacri (costava circa 2.500.000 lirette) di un certo modo di sentire la musica mi intrigava e – sinceramente – era un periodo che non avevo grandi disponibilità nell’acquistarne uno integro.
Uscì nel 1988 e, dopo circa tre anni, lo seguì una versione più elaborata – il CD3 – basato sulla stessa tecnologia – quella Philips – e la cui particolarità risiedeva nella conversione, utilizzante ben 4 TDA1541 che, una volta ricevute per 4 volte dal sovracampionatore quadruplo SAA7220 le parole a 16 bit, restituivano quest’ultime sommate in uscita ma moltiplicate ancora per 4: da qui la denominazione di 16x16 times oversampling. E per preservare l’integrità del segnale musicale Stan Curtis – patron progettista/giornalista della Cambridge Audio – non aveva previsto alcun filtro di uscita!
Diversi anni fa divenne muto – dopo aver perso anche la vista – e lo portai a riparare dal mio tecnico di fiducia, con successo. Tuttavia, in seguito, ridivenne sordomuto. In virtù del suo tesoro nascosto - i TDA1541 - stavo pensando a lui per fare opera di macelleria; ma una volta recuperato dalla mansarda ed apertolo non ho avuto il coraggio, sia per il decoro interno che per l’ambizione di poterlo rivedere in funzione. E così, in assenza di un Service Manual – l’ho smontato e ho annotato tutti i condensatori elettrolitici - ormai trentennali - per farne richiesta a Mouser – per un importo di poco più di 20 euro – insieme ad altro materiale pure di manutenzione (ho parecchia roba vecchia… come me, d’altronde), al fine di raggiungere l’esenzione delle spese di spedizione.
Aspetto FedEx con apprensione e attendo di vedere cosa succede a sostituzione avvenuta: lo scopo è quello di portare un vecchio dispositivo in riparazione ma… con i componenti più sensibili alle ingiurie del tempo già pronti!
Magari succede un miracolo, chissà…
Quando arriverà il tutto posterò le immagini delle PCB – sono più di una, ovviamente – rinnovate (ovviamente mi servirò di componenti qualitativamente superiori, soprattutto dove è più necessario) nei condensatori e vedremo come va a finire.
A presto…
Ultima modifica di Dirty Harry il 28/4/2020, 08:12 - modificato 1 volta.
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"Un uomo dovrebbe conoscere i propri limiti..."