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descriptionSofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. EmptySofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575.

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Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202332

Nel 1988 Adcom ha iniziato la produzione di un CD player – terminata nel 1990 – che doveva essere un ammazzagiganti: al prezzo di 599 $ mise sul mercato un lettore capace di prevalere – nelle intenzioni – su ogni apparecchio fino a 1.000 $. Un'intenzione che si rivelò addirittura conservativa…
Il GCD 575 doveva fondere il meglio della tecnologia orientale (Sony) e di quella occidentale (Philips) all’insegna del miglior suono possibile in un certo settore di mercato. A tal fine ricorse al sistema di trasporto – e relativo sistema logico – della Sony, il KSS150A, impiegato in macchine molto costose e noto per la sua capacità di ridurre e correggere gli errori di lettura, grazie anche ad un ulteriore irrigidimento con Q differenziato sui quattro punti di sospensione. Anche il filtro digitale – CXD1088Q, un 16x4 – è mutuato dalla Sony per le sue qualità mentre il convertitore è stato individuato nel Philips TDA1541A, ma solo perché il costruttore olandese non sarebbe – così si dice – stato in grado di fornire con la dovuta continuità la versione S1. Tuttavia Adcom ha messo in atto una serie di cautele dirette a contenere la linearità di conversione anche a bassissimi livelli: una determinazione degna di nota nel raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Uguale attenzione è stata dedicata al dominio analogico dove l’uscita viene filtrata in funzione del minimo errore di fase e i circuiti funzionano in classe A. L’impedenza d’uscita viene mantenuta nel limite di 100 Ohm al fine di evitare possibili compromissioni della dinamica e anche l’uscita variabile e quella cuffia sono state particolarmente curate. Viene anche affermata una certa cura nella scelta della componentistica passiva: resistori, relè e condensatori (almeno quelli a film plastico, visto che gli elettrolitici non mi sono sembrati di particolare pregio). L’alimentazione è stata realizzata per avere i benefici delle alimentazioni separate ma a costi ragionevoli: i circuiti digitali, audio ed il display godono di alimentazioni pesantemente bypassate per limitare le perdite reciproche. Oltre ad una certa versatilità operativa ed all’inversione di fase, è presente il circuito AFPC, che dovrebbe ridurre le distanze tra i CD ed i migliori supporti analogici, controllando costantemente la fase e la separazione di canali, soprattutto alle alte frequenze.
La costruzione è effettuata su un telaio metallico sufficientemente robusto che vede alla sua base quattro piedini reversibili e multiposizionabili.
L’Adcom, con la qualità di apparecchio non funzionante, nonostante facesse parte dell’ultima produzione (1990), occhieggiava, con il suo passato, su eBay, nella prima decade di aprile, e – non so perché – ho scommesso sulla possibilità di recuperarlo; ho offerto 60 euro al venditore per prenderlo e lui ha accettato.
L’avventura continua...


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"Un uomo dovrebbe conoscere i propri limiti..."

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La prima cosa che faccio, quando recupero un apparecchio che non funziona - cd. buono per parti di ricambio - è aprirlo per verificarne visivamente lo stato: uno sguardo critico già indirizza sul da farsi.
La prima cosa che colpisce è l'abbondante filatura interna, cosa che imporrà grande attenzione nello stacco e riattacco dei connettori.
La seconda cosa che cattura la mia attenzione è la posizione strana dei due condensatori di livellamento da 2200uF/25V e la macchia marrone alla loro base che mi allarma non poco. Il timore aumenta notando che, al tocco, i condensatori ballano sui terminali!
Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202333
"Ho preso il bidone!" è stata la prima cosa che ho pensato...
Capovolgendo la Pcb, però, ho trovato le piste pulite e, nonostante i terminali dei condensatori staccati, integre: cosa era successo?
I condensatori si erano così gonfiati, lato Pcb, che la pressione su quest'ultima li aveva letteralmente staccati dai fori, ma senza perdita di elettrolita, come si vede qui sotto.
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Le macchie alla loro base erano il residuo della - strana - colla a chiazza di leopardo che doveva fermare i condensatori sulla Pcb: sono stato un pomeriggio per rimuovere quello schifo dalla Pcb, in corrispondenza dei condensatori di alimentazione.
Non conosco la marca dei condensatori originali e non posso verificarne la qualità ma mi è successo poche volte di trovare condensatori in queste condizioni; la considerazione indotta, anche alla luce della macchia scura all'interno del top, è che la circuitazione in classe A sviluppi un certo calore, non propriamente benefico. 
Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202335
E ciò anche se, rispetto al Service Manual, in diversi casi, le tensioni dei condensatori concretamente impiegati siano superiori a quanto previsto (in alcuni casi ha supplito il sottoscritto); la sostituzione di tutti i condensatori con altri a maggior tenuta in temperatura (105°), oltre che di altro tenore tecnologico, dovrebbe scongiurare il peggio, in prospettiva, sulla futura tenuta dei nuovi condensatori.

Ultima modifica di Dirty Harry il 17/5/2023, 20:23 - modificato 1 volta.

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Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202336
Abituato ad aver a che fare con le ottiche Philips, mi sono trovato in una certa difficoltà a comprendere il funzionamento di una Sony; anche perché quella in questione era letteralmente bloccata a causa dell'ingottimento della piccola - rispetto alle Philips - cinghia di trasmissione. Per cambiarla ho dovuto smontare il ponte dov'è inserito il platorello e una sorta di carterino che la nascondeva alla vista; oltretutto ho scoperto che costava il doppio di quelle consuete dal mio ricambista (ben 4 euro... immagino quanto la fanno pagare gli spacciatori di cose hi-fi...).
Mi sono comunque premurato di acquistare un'ottica nuova (a meno di 18 euro) onde evitare (era l'ultima rimasta al venditore) di rimanere a metà del guado.

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Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202337
Un po' di vedute totali dell'oggetto, per così dire, del desiderio...
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...giusto per dare un'idea del lettore.
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Qualche dettaglio della Pcb...
Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202341
...da diverse angolazioni; esclusi quelli squisitamente dedicati alle alimentazioni (mi erano rimasti giusti giusti 3 Panasonic FR da 2200uF/25V), è stato fatto ampio ricorso ai condensatori a polimeri organici e a qualche Wima - per i valori di capacità più bassi - visto il ricorso massivo a condensatori di bypass per separare le alimentazioni.
Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202342
Il TDA1541A in primo piano, si noti l'originale impiego di condensatori a film plastico (molti seguono una strada particolare per il loro utilizzo).
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Una vista dalle parti dell'alimentazione; si noti l'unico residuo rimasto della famosa colla attorno ai regolatori di tensione per fissare gli isolatori plastici (il rischio di fare danni nel rimuoverla meccanicamente era elevato e la sua persistenza, a livello di souvenir, non pregiudicava nulla).
Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202344
Un'altra angolazione della vista dell'alimentazione con contorno di condensatori di bypass.
Colgo l'occasione per sottolineare l'esplicatività della Pcb, con l'indicazione su ambedue i piani dei codici e dei valori dei componenti: una situazione ottimale per una manutenzione sicura.
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Il numero seriale con luogo di produzione (Giappone) e anno di fabbricazione.

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Insomma, il 30 aprile - determinato a chiudere l'affaire Adcom prima dell'intervento chirurgico - decido di chiudere il lettore e verificarne il funzionamento o meno.
Ultima fatica, la ricerca della posizione di riposo dell'ottica, prima di metterlo sotto tensione. Dopo un paio di tentativi, ritenuto di averla trovata, incrocio le dita e accendo il CDP.
Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. Img-2012
Il display che si illumina e lo scatto della meccanica, con relativo caricamento del CD dipana tutti i dubbi...
Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. Img-2013
...e il vorticoso girare del dischetto conferma il sicuro funzionamento del tutto.
Premesso che non avevo mai sentito prima il GCD-575, provo brevemente ad utilizzare l'uscita cuffia del lettore con la Hifiman Deva: la musica fluisce sicura e posso solo confermarne la sua buona qualità. Il suono è davvero affascinante, meno materico di quello dell'Optic ma - forse - più arioso; meno plastico ma - forse - più espanso.
Posso senz'altro ritenermi soddisfatto dell'acquisto e del lavoro e rimandare - vista l'urgenza dei problemi di salute - a dopo una prova più approfondita dell'ascolto.
Esaurita la narrazione del passato, la prossima narrazione riguarderà l'attualità.

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Sofisticazione del TDA1541: Adcom GCD-575. P_202346
Arrivati al dunque, cosa si può sommariamente - per un giudizio più ponderato ci vuole tempo - dire del suono del GCD-575?
È sicuramente diverso da quello dell'Optic, qui siamo sulle coordinate del suono hi-end che andava per la maggiore nel periodo: notevole capacità di analisi sonora, grande ariosità accompagnata da elevata localizzazione dei singoli contributi musicali, timbrica che tende alla leggerezza ma senza che ciò si ripercuota negativamente sulla musicalità complessiva.
Semplificando, anche se - forse - non tutti capiranno, avete presente il suono di una Shure V15-IV?
La risposta in frequenza è completa e garantita in ogni sua parte ma viene privilegiata la selettività del messaggio musicale e la reattività nella sua riproposizione: le basse frequenze, ad esempio, ci sono tutte - anche le più basse - ma sono caratterizzate dal loro controllo e dall'eccellente articolazione.
Il medio-alto, poi, mantiene un'insospettabile energia che si ripercuote sul medio dandogli una particolare luce - mai sgradevole - che contribuisce a quella leggerezza sopra evidenziata.
Ne parlerò con maggior dettaglio a tempo debito.
Emerge, peraltro, e lo anticipo, una maggior predilezione del lettore per le incisioni più moderne - DDD - rispetto alle AAD (che gradiscono l'inserimento del filtro AFPC): degno di nota il risultato con la riproduzione dei Chesky.
Mi sento di dire che l'Adcom, contrariamente alla sua età, ha un suono molto attuale e piacerebbe sicuramente a chi è attratto dal vedere dentro il messaggio musicale, rimanendo al contempo meravigliato da come ciò non provochi fatica d'ascolto.
I partner dell'Adcom sono stati i soliti (AF-N e Deva): inutile tesserne le lodi....
Esaurita la prima tranche dei lettori - ce ne sono altri due - che fanno un uso sofisticato del TDA1541, mi occuperò - finalmente - di terminare l'H-DAC+, al fine di poter procedere verso l'obiettivo finale.
A presto!
flower

Ultima modifica di Dirty Harry il 26/5/2023, 13:05 - modificato 1 volta.

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Ciao egregio, quindi l'Adcom più moderno del Micromega... avrei detto il contrario, a sensazione.

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Edmond ha scritto:
Ciao egregio, quindi l'Adcom più moderno del Micromega... avrei detto il contrario, a sensazione.

Diciamo che il senso dell'aggettivo non aveva un'accezione propriamente positiva, e non per colpa dell'Adcom...  roll
Nel senso che l'intendo coincidere con la massima risoluzione sonora possibile poco prima della fatica d'ascolto, una concezione dell'ascolto hi-fi che non è la mia. Premesso che sono d'accordo sul fatto che una cosa è l'ascolto domestico e altro è quello dal vivo, mi piace comunque cercare nell'ascolto domestico quelle qualità che mi piacciono dell'ascolto dal vivo (giudizio soggettivo). Alcune di queste contraddistinguono l'Optic al contrario del suono dell'Adcom, che annovero ad un suono - per quanto pregevolmente - tipicamente riprodotto.
Ovviamente si tratta di giudizi figli delle scelte d'ascolto ma è un fatto che l'evoluzione dell'ascolto hi-fi si allontana sempre di più dal suono dal vivo per privilegiare l'analisi delle parti rispetto alla fruizione del tutto e, a parer mio, l'evoluzione tecnologica agevola tale tendenza.
Voglio inoltre precisare che il suono dell'Optic è cosa diversa dal suono che tipicamente si accomuna ai Micromega di maggior notorietà, fondata sul monobit - piuttosto che sul multibit degli albori - Philips.
Un caro saluto.
smile

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Questo confronto evidenzia come il suono di un DAC e a maggior ragione di un lettore CD sia il risultato non soltanto dovuto dal chip di conversione ma dall'insieme di tutte le componenti dell'apparecchio.

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password ha scritto:
Questo confronto evidenzia come il suono di un DAC e a maggior ragione di un lettore CD sia il risultato non soltanto dovuto dal chip di conversione ma dall'insieme di tutte le componenti dell'apparecchio.

E' assolutamente vero... ma dimostra anche l'estrema versatilità d'impiego del TDA1541, che ritengo derivi dalle sue qualità, qualità che l'hanno messo al centro di diversi progetti... io scommetto, al di là di questa versatilità e pluralità di impieghi, sulla riconoscibilità - articolata, magari - del suo contributo.... smile

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