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Dirty Harry
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Un caso concreto: Thule Audio DAC200 - Pagina 2 Empty Re: Un caso concreto: Thule Audio DAC200

23/12/2020, 11:38
Un caso concreto: Thule Audio DAC200 - Pagina 2 P_202056
Sono stati necessari 2 normali elettrolitici da 2200 uF/25V più uno da 4700 uF/10V e, infine, un ultimo da 3300 uF/6,3V (Nichicon serie UHW).
Tutti gli altri sono a polimeri organici (sempre Nichicon): 6 da 220 uF/25V, 16 da 33 uF/16V e 2 da 10 uF da 25V (quelli originali erano da 50V ma sicuramente non per progetto ma per necessità di reperimento della giusta capacità).
Il tutto, ovviamente, funziona... happy
Dirty Harry
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Un caso concreto: Thule Audio DAC200 - Pagina 2 Empty Re: Un caso concreto: Thule Audio DAC200

24/12/2020, 11:17
Un caso concreto: Thule Audio DAC200 - Pagina 2 P_202057
Precisazioni: da un confronto successivo tra l'AD826N e il modulo di Alex, ho ritenuto sprecato lasciare quest'ultimo, data la sostanziale indifferenza nell'impiego tra i due. Un peccato sottoimpiegare il modulo di Alex; e poi ci sono tanti tuner che aspettano...
L'OP275, d'altronde, era nettamente inferiore e ne ho decretato l'abbandono per manifesta obsolescenza; anche alla luce della constatazione della manifesta subordinazione tecnica dell'uscita sbilanciata a quella bilanciata, mi sembrava inutile far riferimento ad un ipotetico suono originario da preservare (cosa che, invece, per il Musical Fidelity Digilog ha un senso).
Considerazioni: scontando una certa stabilizzazione dei condensatori appena sostituiti (cosa ispirata più dal buonsenso che da canoni tecnici, dei quali - peraltro - non ho grande contezza) oggi mi sembra di poter dire che ... qualcosa è cambiato. Niente di drammatico rispetto a ciò che potrebbe accadere sostituendo cavi magici e ciabatte con masse stellari e materiali spaziali ché manco negli amplificatori da centinania di watt in classe A di D'Agostino!
Tuttavia il dettaglio e l'analisi rigorosa proposta dal Thule Audio è meno pignola di quanto mi ricordassi e prevale, sul contrasto tra i timbri, la luminosità, sempre nordica eh!
Ma appena più tollerante e che l'AF-N rende più conciliante all'ascolto, restituendo - ad esempio - in modo meno problematico e, anzi, con sano realismo le sibilanti della voce femminile, meno aguzze del solito.
Rimane così esaltata la caratteristica più apprezzabile del Thule Audio - quella che me l'ha fatto tenere - che è un'innegabile - ed insospettabile - tridimensionalità nella riproposizione del messaggio musicale, anche dove la prospettiva stereofonica della ripresa non la contempla.
Sono sfumature e sottigliezze di cui ci si può accorgere solo ad ascolti attenti di quanto bene si conosce - sia a livello di impianto che di programmi musicali - e che senza un amplificatore di classe non ci si potrebbe accorgere, è bene precisarlo.
Conclusioni: senza ripetere quanto già detto sul rapporto - difficilmente scindibile, a parer mio, senza verificarne le conseguenze - tra sezione digitale ed analogica di un convertitore D/A, è indubbio che sostituire dei vecchi elettrolitici su apparecchiature almeno ventennali di pregio - ovviamente, ché se no il gioco non vale la candela - non possa che apportare benefici, soprattutto alla luce dei nuovi componenti passivi reperibili sul mercato.
Vediamo cosa succederà, appena reperiti i TL071, con il Digilog...
Dirty Harry
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Un caso concreto: Thule Audio DAC200 - Pagina 2 Empty Re: Un caso concreto: Thule Audio DAC200

13/1/2021, 10:54
Approfittando del fatto che non avessi ascoltato precedentemente il Thule con la HIFIMAN Deva, ho voluto dedicarmi ad un ascolto approfondito di quest'ultima, quasi rassegnato all'idea che questa non potesse andare così bene come con il Musical Fidelity Digilog.
Beh, è il caso di dire che mi sbagliavo ...
La Deva  infatti, più che rivelare un'ottima versatilità, mi sembra manifesti un carattere abbastanza prevedibile. E non sto parlando di colorazioni e/o particolari inclinazioni sonore.
Non solo brilla per un'apprezzabile completezza della restituzione della gamma di frequenze sottoposte alla sua attenzione e per una linearità che me la rendono sempre più convincente, quanto per una correttezza di fondo che, poi, sta alla base del concetto - a mio parere - di alta fedeltà, nel senso che restituisce ciò che gli viene dato senza additivi apparenti.
In particolare, nell'ascolto con il DAC 200 ha restituito, oltre alle sue sonorità leggermente bluastre e non inutilmente analitiche, la capacità di questo Dac di dare una certa spazialità alla prospettiva stereofonica. Certo, manca al Thule quell'amabilità timbrica che rende unico, ai tempi dei delta-sigma, il Digilog - non si può avere tutto dalla vita... - ma la Deva te lo fa scoprire, senza traumi.
Penso che questa cuffia - presa quasi per intuitiva scommessa - meriti, per quanto riguarda me ed il mio modo di intendere la musica, il ruolo di componente di controllo.
Ovviamente, questa capacità di discriminare gli ascolti è resa possibile dall'impiego come amplificatore dell'AF-N, questo sì di difficile sostituibilità: i Dac possono cambiare ma l'AF-N rimane!
flower
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