Giardino Elettronico
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supertrichi
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Riflessioni sull'headstage Empty Riflessioni sull'headstage

29/9/2021, 22:38
Qualche riflessione sull'headstage.

Questo termine peculiare per le cuffie indica l'ampiezza del fronte sonoro.
Comprensibilmente è dovuto principalmente a dui fattori:
I pad, la loro conformazione, il materiale, la densità ecc.
Gli altoparlanti, il diametro, l'inclinazione, la tipologia ecc.
In sintesi, trattasi di riflessioni.
Nessuna delle misure che vengono fatte alle cuffie è in grado di rilevare questo parametro.
Non la individuo nella r/f, nè nell'impedenza e neppure nella distorsione forse proprio perchè non si tratta di un parametro elettrico.

Ma quando parliamo dell'ampiezza del fronte sonoro dei vari amplificatori, dove non ci sono di mezzo  trasduttori elettromeccanici ma è solo in gioco l'elaborazione del segnale elettrico, questo parametro cos'è ?
Una distorsione oppure uno sfasamento ?
In entrambi i casi non sarebbe proprio un virtuosismo. Mah?

Un'altra domanda che potrebbe sorgervi spontanea potrebbe essere: " Ma non hai caxxo da fare ? "
In questo preciso momento no. Mi sto solo godendo la musica grande sorriso
Carlo&Co
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nespola
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29/9/2021, 23:16
Una domanda posta da un esperto come te, non è a caso. Specie su questo parametro che rientra nell'acustica pura.
Sull'headtstage di un ampli, confido piu' nel termine più corretto, ovvero, nella buona separazione dell'immagine stereo, parametro fisico che ha del suo, nel riscontro pratico.
Questo è il primo passo, affinche tramite l'acustica del sistema cuffia, si inizi a parlare di immagine scenica rappresentata, ovvero headstage più o meno ampio.
Per es. una cuffia aperta puo' suonare con un basso indice di headstage, ed una chiusa con un indice altissimo di headstage. O viceversa, dipende dall'acustica del driver, e della camera di riverbero, se c'è.
basso= stanza o peggio nella testa...
alto=sala da concerto o stadio....
E' una sensazione, un gioco di riflessioni sonore, ed in parte di riverberi.
Questa cosa, ha del fascino, perchè diversi approcci, cambiano il risultato.

Un altro esempio, se una chiusa sembra far apprezzare un 40% di dettaglio in più (strumentale) rispetto la sua versione aperta, se la si ascolta con un coro di voci, la cosa si ribalta.
Ecco perchè per la mia M1060C ho ordinato dei padiglioni semi-open, essendo un attimo trasformarla da chiusa in aperta, manca l'aspetto acustico di una padiglione semi open, fatto stampare in 3D apposta.
Quando arrivera', saro' curioso di apprezzarne le differenze acustiche.
Edmond
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Fragola
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30/9/2021, 11:12
Bell'argomento, Boss, soprattutto per le "enormi" implicazioni che audioti ed idiofili attribuiscono a questo parametro.
Non ho dubbi che l'ampiezza del palcoscenico sia un artificio che il nostro cervello crea in funzione del mix di suoni diretti e riflessi che riceve attraverso le orecchie. Quando vado a teatro ad ascoltare, se sono sincero con me stesso percepisco una grande immagine monofonica, che viene "sporcata" da tutte le riflessioni che l'ambiente genera. In questo modo il cervello elabora e crea una sorta di suono stereofonico, posizionando nello spazio frontale i diversi strumenti. Un ascolto all'aperto appare subito MOLTO diverso rispetto a quello in teatro. Peraltro l'utilizzo della vista tende ad incrementare la sensazione di posizionamento spaziale, grazie al posizionamento generato dal messaggio visivo. Tutti abbiamo sperimentato la differente percezione che abbiamo del medesimo evento ad occhi aperti piuttosto che chiusi. A questo si somma, in maniera poco controllabile, l'effetto riflessioni dell'ambiente di ascolto (parlo di ascolto con i diffusori, ovviamente).
Usando le cuffie le cose, ovviamente, cambiano, non avendo a che fare con le interferenze dell'ambiente di ascolto. Ciò che percepiamo sono la somma delle informazioni dirette e riflesse che i microfoni captano (che sono ben diverse da quelle che percepiamo con le orecchie...).
Potremmo quindi definire l'ascolto in cuffia più fedele di quello con i diffusori, se vogliamo. Purtroppo, come dice bene Alex, le prestazioni dipendono da cuffia a cuffia e, generalmente, l'inganno della profondità viene meno rispetto ai diffusori. Cuffie progettate per ricreare ambienza riescono a ricreare piuttosto bene l'inganno laterale, ma molto meno quello frontale. Come dice Carlo, anche la tipologia delle cuffie fa la sua parte...
A ciò si somma anche la quota parte dei sistemi di riproduzione. Qui, come dice Carlo, un'ottima separazione fra i canali fa, probabilmente, la sua parte rispetto a realizzazioni meno curate. Altre caratteristiche attribuibili alle apparecchiature di riproduzione/amplificazione sono probabilmente dei geniali artifici, mirati ad una riproduzione meno fedele ma più coinvolgente...

Bene, ho detto puttanate a sufficienza,. ma avevo voglia di scrivere!  grande sorriso
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30/9/2021, 12:15
L'argomento è molto interessante. Stasera sul tardi scriverò cosa ne penso in proposito. wink
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30/9/2021, 23:00
E' indubbio che le riflessioni conseguenti all'emissione sonora abbiano un compito fondamentale nella - elaborazione della - percezione sonora. Tuttavia, anche qualora sia attesa, non è una conseguenza scontata, per una serie di considerazioni anche scontate, quale la diversità morfologica delle parti fisiche più concretamente interessate dall'ascolto in cuffia.
Occorre dire che anche l'amplificazione non è estranea ad un risultato che impatta favorevolmente sullo sviluppo di una convincente prospettiva sonora, ovviamente per strade diverse da quella precedente e, forse, di meno immediata comprensione e individuazione.
Si aggiunga che con l'avvento massivo delle magnetoplanari mi sembra di poter dire che la situazione del cd. headstage è diversa rispetto alle cuffie dinamiche, senz'altro più favorevole e più prevedibilmente influenzata dalla qualità dell'amplificazione.
Ma, chissà perché, sono sicuro che Alex ci darà qualche parere più tecnico e non influenzato unicamente dall'esperienza... wink

--


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1/10/2021, 21:21
Anche se "riflessioni sull'headstage" sembra quasi ironico, qualche riflessione va fatta. E io ho riflettuto parecchio, almeno un sacco di tempo fa. Ora do molta meno importanza all'headstage, perchè mi sono reso conto che esistono parametri molto più importanti nella qualità di riproduzione. Ad esempio, posso fare il classico esempio di una HD800, dove l'headstage è fantastico ma un sacco di altre cose non vanno bene, cose che mi tengono ben lontano da questa cuffia. Quindi l'headstage da solo vale poco, se poi non ci sono altre qualità determinanti come la fedeltà timbrica e la riproduzione di un basso decente.

Ma la questione verte sul "perchè". Perchè sentiamo differenze di headstage tra una cuffia e l'altra e persino tra elettroniche diverse?

Dico subito che la mia opinione non è scientifica, e nemmeno ha la presunzione di risolvere tutto su questa faccenda. I motivi per cui un'elettronica produce una sensazione spaziale più ampia o semplicemente diversa sono molteplici, e ancora non ben chiariti. Oltretutto, è molto difficile capire quanto il fenomeno sia reale e quanto sia frutto della nostra suggestione.

Partiamo dalla considerazione che da un punto di vista prettamente fisico, quello che noi chiamiamo "headstage" in realtà non esiste. Infatti è solo il frutto dell'elaborazione del nostro cervello, che interpreta le piccole differenze temporali tra le due orecchie e le piccole riflessioni (appunto) dell'orecchio esterno, e le trasforma in percezione di tipo ambientale. Ciò significa che ognuno di noi può avere una percezione diversa al cospetto della stessa elettronica, e persino della stessa cuffia.

Escluderei dalla questione le cuffie, perchè l'headstage ha un sacco di motivi per essere diverso tra una cuffia e l'altra (conformazione dei padiglioni, membrane diverse, riflessioni interne, etc.), mentre per le elettroniche (a parità di programma riprodotto), almeno in parte, è un vero mistero.

Per quanto riguarda le elettroniche, nel corso di questi anni ho maturato una serie di convinzioni, che ora vi elenco brevemente:

1) di solito, gli amplificatori con banda passante più ampia e più "veloci" sono quelli con la migliore resa dell'headstage, ma di contro sembrano meno presenti in basso, o comunque sembrano più aperti e meno "solidi";

2) una gamma media artefatta (frutto di rotazioni di fase eccessive o persino di alterazioni nella risposta) può generare un headstage fittizio e stranamente ampio;

3) la compressione dinamica può spesso dare la sensazione di un headstage più esteso;

4) piccole differenze temporali tra i due canali aumentano l'headstage percepito;

5) contrariamente a quanto si crede comunemente, una certa dose di diafonia può aiutare ad aumentare l'headstage, vedi ad esempio la riproduzione in vinile, dove le testine magnetiche non vanno al di là di una separazione di una trentina di decibel.

Per concludere, dopo tanti anni alla ricerca del suono "etereo" e con l'headstage fenomenale, sono arrivato alla conclusione che una riproduzione veramente appagante non può prescindere da altri parametri più importanti, uno dei quali è la riproduzione realistica ed emozionante della gamma bassa. Un altro parametro che viene prima, è la riproduzione accurata della gamma alta, che deve essere estesa e presente ma non fastidiosa. E poi una gamma media priva di alterazioni e il più possibile trasparente. Se poi dopo tutto questo c'è anche l'headstage più ampio di quanto non sia previsto in fase di registrazione, allora tanto meglio. Altrimenti, chissenefrega.

A ste.miki e GiuseppeBon piace questo messaggio.

Carlo&Co
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1/10/2021, 23:35
Sull'headstage, boss, hai dato la quadra del cerchio. Una sensazione cervellotica, al contempo frutto di un insieme di cose che hai sapientemente specificato.
Con le prove sulla M1060c, che ho fatto in questi ultimi tempi, ne ho comprova circa la riflessione eccessiva, uno dei parametri studiati ad arte, per essere compiaciosa e viscerale fin da subito, ma se ti giri per vedere se hanno aperto la porta, poco c'entra l'headstage, piuttosto c'è quel qualcosa in più (armoniche, riverberi, ecc.) che illudono il cervello nella ricostruzione spaziale del messaggio sonoro.
Artefatti, spesso che poco azzeccano la vera sensazione riproduttiva.
Fra una cuffia aperta, chiusa, o semiaperta, ho elabrato alcuni ascolti, e sono giunto al fatto che una cosa è la sensazione di ampiezza scenica, un'altra è la presenza di un messaggio più corretto possibile, o credibile, come direbbe Giorgio.
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Riflessioni sull'headstage Empty Re: Riflessioni sull'headstage

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