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Un caso concreto: Thule Audio DAC200 Empty Un caso concreto: Thule Audio DAC200

6/2/2020, 23:22
PREMESSA.
La realizzazione dei nuovi moduli a discreti di Alex costituisce - una volta in più - l'occasione di portare la vera alta fedeltà alle sue origini, che sono quelle della scoperta di oggetti che suonano e, magari, nella direzione a noi gradita ma ai quali - nella continua rincorsa al miglioramento - manca sempre quel quid per l'approdo al suono definitivo.
Non stiamo parlando di quei fenomeni socio-psicologici che portano alla ricerca di oggetti-status che differenzino i loro possessori dal resto della comune razza umana.
Tuttavia, anche se stiamo parlando di quell'hi-fi alla portata di menti sane, quella ricerca potrebbe portare, nell'attribuzione di quelle caratteristiche ad oggetti improbabili (cavi, punte, materiali dalle taumaturgiche proprietà varie), a storture di difficile decifrazione.
Ecco, non c'è bisogno di ricorrere a teorie fantasiose - e relativi oggetti favolosi - per legare a relazioni di causa-effetto le nostre soggettivamente (in)fallibili sensazioni d'ascolto; è sufficiente ricorrere a ciò che si può razionalmente arrivare a conoscere, senza dover per forza cercare di spiegare ciò che esula dalla sfera razionale.
D'altronde, sembra che dal voler ricondurre sotto il cielo dell'hi-fi il dominio analogico e quello digitale non discendano certezze grandemente condivise.
Vediamo se, partendo da un caso concreto e avvalendoci del frutto della razionalità, si ottengono dei risultati tangibili che non siano unicamente frutto della nostra soggettività, facilmente influenzabile.
E facciamo che oggetto di questo caso sia un vecchio convertitore possibile - di mia proprietà, ovviamente - e dal prezzo, all'origine, non esageratamente elevato. Il fatto che il brand non esista più aiuta a far sì che non si possa essere considerati di supporto a qualsiasi pulsione pubblicitaria o detrattiva.
Cercherò di illustrare, in una sorta di auto-analisi audiofila -pericolosa perversione, l'audiofilia... - il contesto in cui si muoverà questa ricerca di avvicinamento al miglioramento di ciò che si ha, senza ricorrere a riti ed oggetti magici, e sperando di arrivare ad un esito felice di tale ricerca.
Sempre sperando che il coronavirus non rallenti troppo l'arrivo del nuovo operazionale a discreti AF7102...
A presto!
wink


Ultima modifica di Dirty Harry il 21/4/2022, 19:21 - modificato 1 volta.

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Un caso concreto: Thule Audio DAC200 Empty Re: Un caso concreto: Thule Audio DAC200

7/2/2020, 10:46
Quella che deve arrivare dalla Cina è la schedina per assemblare la versione duale dell'opamp, l'AF7202. La versione singola, AF7102, è già pronta e disponibile.

A beneficio del forum, perchè non ci spieghi di che apparecchio si tratta (marca, modello, prezzo e periodo di produzione), e magari metti pure qualche foto. wink
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Un caso concreto: Thule Audio DAC200 Empty Re: Un caso concreto: Thule Audio DAC200

7/2/2020, 15:38
Ma certo, Alex, la volevo prendere un po’… alla lontana ad evitare i soliti autoincensamenti audiofili… roll
Il convertitore di cui sto parlando – e che ho avuto l’occasione di prendere usato diversi anni fa – è il DAC200 della Thule Audio, brand che ha ormai cessato la propria attività. Ricordo ai più che, nel 1989 l'ingegnere Anders Thule, grazie ad una sovvenzione del ministero per l'industria danese, fonda la Thule Audio, nella quale, nel 1992, lo raggiunge il progettista Harald Brixen: a quel periodo, ed al contributo di quest’ultimo, si deve la realizzazione di amplificazioni abbastanza osannate quali l’IA50 e l’IA100. Tant’è che, nel 1993, il marchio danese raggiunge una distribuzione internazionale; e la Teac commissiona alla casa danese la progettazione di un amplificatore integrato, l'A-BX10, derivato dall'IA100.
Anche in Italia, la casa danese assurge agli onori delle cronache nel settore audio – sia nelle riviste che tra i consumatori – per i suoi prodotti.
Nel 1996, sul numero di gennaio di Suono, vengono presi in esame il CD transport TR200 ed il convertitore D/A DAC200, componenti digitali di complemento al sistema di amplificazione a tre telai (pre e finali monofonici ad alta corrente) della serie 200, linea contraddistinta dal disegno bilanciato dei circuiti audio, peculiarità circuitale del marchio.
Il design dei componenti è a metà tra certa essenziale anonimia funzionale ed un sano contenimento di costi di stampo tipicamente nordico (chassis delle stesse dimensioni, ma di discreto livello qualitativo, per un utilizzo multi-modello).
Tralasciando l’unità di trasporto – che pure possiedo e che è attualmente in panne e, anzi, colgo l’occasione per chiedere un aiuto nel reperimento del relativo circuito anche tramite i vecchi canali di assistenza del precedente importatore PFG (quel Gaudi, storico importatore di Nakamichi, tra l’altro scomparso non da molto) – il DAC200 è stato da subito oggetto del mio interesse. Parlare di essenzialità nelle sue classiche funzioni – soprattutto alla luce di quelli odierni – è un eufemismo; sembra quasi più popolato il retro del convertitore, per la sua versatilità nei collegamenti (entrate digitali Tos-Link, Aes-Ebu e coassiali uscita digitale coassiale ed analogiche XLR e RCA) e per la presenza di due interruttori a levetta, per la scelta dell'ingresso CD - tra ottico ed elettrico - e per l'inversione della fase assoluta.
La tecnologia impiegata è di origine Philips; la scelta dei chip utilizzati è ricaduta su una combinazione adottata in altre numerose realizzazioni dell'epoca: interfaccia di ingresso Crystal CS-8412; filtro digitale NPC SM-5813, operante in over-sampling ottuplo e con risoluzione di 20 bit; riquantizzatore-modellatore di rumore del 3° ordine SAA-7350; quadruplo convertitore D/A di precisione a capacità commutate TDA-1547. Ogni costruttore, pur utilizzando la stessa base di partenza, arricchiva il proprio progetto con particolari soluzioni tecniche. Nella trasmissione dei dati da una sezione all'altra del circuito, si è fatto largo uso di foto-accoppiatori, per rendere minime le perdite e le interferenze di ogni tipo; curata anche la divisione delle linee di alimentazione in DC, per le quali ci si è avvalsi di un gran numero di regolatori integrati. Ma quello che mi attraeva – ognuno di noi ha le sue perversioni audio – era la menzione nell’articolo della realizzazione degli stadi buffer, realizzati totalmente a componenti discreti (con tanto di ingresso a FET), sfruttando peraltro una configurazione bilanciata.
Qui un'immagine di insieme dell'interno:


Un caso concreto: Thule Audio DAC200 112



Allego, da seguito, la pagina delle misure tecniche riguardanti l’accoppiata Thule Audio, ripresa da Suono.


Un caso concreto: Thule Audio DAC200 Thule10



Devo dire che, per i miei gusti ed a mio parere, è un componente che mi soddisfa abbastanza anche se, ultimamente, rispolverando un altro vecchietto terribile, il Teac DT-1 (dalla circuitazione simile), ho valutato molto positivamente quest’ultimo – che si comportava alla stregua del Thule nonostante abbia in uscita i classici operazionali e che, a motivo di ciò, intendevo beneficiare dei moduli di Alex (ma qui il discorso è diverso e… ne parleremo più avanti!).
E tuttavia, durante un’operazione di manutenzione, diretta a valutare la sostituzione del cavo di alimentazione del DAC200 (alla quale ho soprasseduto per carenza di vantaggi sostanziali) ho visto quasi nascosto all’ombra del telaio ed a ridosso dei connettori sbilanciati d’uscita qualcosa di cui non mi sarei aspettato l’esistenza… cry


Ultima modifica di Dirty Harry il 11/2/2020, 12:22 - modificato 3 volte.

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7/2/2020, 18:12
Eccolo il mostriciattolo, incubo di ogni audiofilo che ha ceduto - ormai diverso tempo fa e suo malgrado - al digitale! furious

Un caso concreto: Thule Audio DAC200 212

Ora, in assenza di schemi e manuali di servizio, è possibile sapere e capire come gioca l'OP275, messo tipo sandwich tra i due condensatori a ridosso dell'uscita sbilanciata, nell'economia dello stadio di uscita?
Magari, Alex, se posto in trasparenza la faccia inferiore dello stampato - oltre quella superiore, ovviamente - riesci a capire la funzione dell'operazionale e la possibilità di inserire il duale AF7102 - quando arriverà - al suo posto?
flowers


Ultima modifica di Dirty Harry il 11/2/2020, 12:23 - modificato 1 volta.

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7/2/2020, 21:26
Se riesci a mettere una foto della faccia inferiore dove si vedono le piste forse qualcosa riusciamo a capire...
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8/2/2020, 08:11
Dopo aver smontato ieri sera il Dac, approfittando della prima luce del mattino, ti allego le foto del circuito interessato, sperando siano esplicative del circuito medesimo e da te decifrabili, Alex.
Iniziamo da quella in trasparenza della faccia inferiore della Pcb,

Un caso concreto: Thule Audio DAC200 311

seguita da quella della sua superficie.

Un caso concreto: Thule Audio DAC200 412

A completamento allego anche la foto della faccia superiore.

Un caso concreto: Thule Audio DAC200 512

Riusciamo a capire qualcosa?
unsure

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8/2/2020, 10:28
Un caso concreto: Thule Audio DAC200 49505200152_566d136df9_o_d

Essendo l'OP275 un opamp duale con pedinatura standard, osservando le piste si può capire il suo ruolo in quel circuito. E a quanto pare quell'opamp si trova lì per unire le due fasi del segnale bilanciato di ciascun canale ed ottenere così un segnale adatto alle RCA.

Sempre analizzando le piste e la componentistica, si capisce che in tutto il circuito il segnale è bilanciato, e come tale va a finire direttamente alle uscite XLR. L'OP275 quindi fa da sommatore e buffer per le uscite RCA (come correttamente deve essere).

Quando in un apparecchio ci sono sia XLR che RCA di uscita, una soluzione comune è servire le RCA con una sola fase del segnale bilanciato. Ma l'approccio corretto è quello che si vede concretizzato in questo apparecchio, dove le due fasi del segnale vengono sommate per fruire di un vantaggio in termini di rapporto S/N, anche se ciò è stato realizzato per mezzo di un opamp integrato, cosa che può far storcere le orecchie, visto che tutto il resto del circuito è a discreti. Si è in questo caso privilegiata l'uscita XLR, ritenendo meno importante l'uscita sbilanciata.

E' pur vero che tecnicamente non ci sia nulla di riprovevole, anzi. L'OP275 è un ottimo opamp, con caratteristiche difficilmente riproducibili da un analogo circuito a discreti, se non aumentando la complessità e quindi il costo dell'apparecchio. La sostituzione di questo opamp con altri modelli integrati, o con un equivalente a discreti, influisce quindi solo sulle uscite RCA.

Non sono riuscito a capire il modello di quelli che sembrerebbero altri due opamp sulla scheda. Puoi dirmi cosa sono?
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8/2/2020, 14:01
bandAlex ha scritto:E a quanto pare quell'opamp si trova lì per unire le due fasi del segnale bilanciato di ciascun canale ed ottenere così un segnale adatto alle RCA.
Si è in questo caso privilegiata l'uscita XLR, ritenendo meno importante l'uscita sbilanciata.
La sostituzione di questo opamp con altri modelli integrati, o con un equivalente a discreti, influisce quindi solo sulle uscite RCA.
Meno male che esiste il Giardino... happy
Quello che dici conferma, da un lato, la tendenza ad una natura bilanciata dei progettisti della Thule Audio; dall'altra una certa filologicità (degna di nota) nell'implementazione circuitale da parte dei progettisti medesimi.
È che, purtroppo, io utilizzo le uscite sbilanciate... no
Inoltre, potrebbe essere un'occasione più unica che rara nel valutare l'intervento del tuo modulo nell'economia di un progetto che sembra, comunque, di buon livello.
Penso che proverò a sostituire l'OP275...

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8/2/2020, 14:07
bandAlex ha scritto:
Non sono riuscito a capire il modello di quelli che sembrerebbero altri due opamp sulla scheda. Puoi dirmi cosa sono?

Controlla tu stesso... smile

Un caso concreto: Thule Audio DAC200 P_202010

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8/2/2020, 14:21
Fanno da servo-dc, mantengono le uscite a zero volt. E infatti l'opamp (MC1458) non è un granchè, ma per questa funzione va abbastanza bene. Meglio sarebbero stati due opamp (4 in realtà, uno per fase e per canale) con ingresso a jfet, ma forse sembrava sprecato in quel punto metterci altri due OP275.
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8/2/2020, 14:31
bandAlex ha scritto:Fanno da servo-dc, mantengono le uscite a zero volt. E infatti l'opamp (MC1458) non è un granchè, ma per questa funzione va abbastanza bene.

Le sai tutte! laugh
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9/2/2020, 11:12
Da come sono disposti gli operazionali e dalle funzioni che svolgono cambiarli non dovrebbe portare grossi benefici sonori giusto?
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9/2/2020, 11:15
dankan73 ha scritto:Da come sono disposti gli operazionali e dalle funzioni che svolgono cambiarli non dovrebbe portare grossi benefici sonori giusto?

I due MC1458 (marchiati Philips) assolutamente no, visto che fanno da servo-dc.

Cambiare l'OP275 invece può essere vantaggioso per l'uscita RCA.

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10/2/2020, 21:26
Bene, Alex... io mi sono portato avanti con il lavoro...

Un caso concreto: Thule Audio DAC200 P_202011

Un caso concreto: Thule Audio DAC200 P_202012 
Ora, il socket aspetta il tuo modulo... sperando che ci stia!

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11/2/2020, 10:44
Naturalmente, dopo l'intervento, il tutto funziona, eh... cool

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11/2/2020, 11:54
Secondo me già funziona meglio. fisch
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11/2/2020, 12:13
bandAlex ha scritto:Secondo me già funziona meglio.  fisch
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12/4/2020, 08:58
Un caso concreto: Thule Audio DAC200 113
Alla fine ce l'abbiamo fatta!
Alex è stato velocissimo... due volte!
Nonostante la sollecitudine, la prima volta i moduli hanno dato risultati non in linea con le mie aspettative; ma era - in un certo senso - preventivabile, visto che, già in fase di invio, mi aveva anticipato un ulteriore rilascio di una versione J dei moduli. Una versione poi, tempestivamente arrivata l'altro giorno.
Esistono, innanzitutto, motivi tecnici che hanno portato ad una versione J dei moduli e questi sono i principali motivi dell'evoluzione del progetto che lascio ad Alex il compito di illustrare.
E, tuttavia, nella mia ignoranza tecnica, mi sento in dovere di fare una premessa che - purtroppo - tenderà a ridimensionare quella corsa al miracolo che ogni audiofilo si sente in dovere di intraprendere, cambiando/aggiungendo qualche componente dell'amato apparecchio digitale che intende rivitalizzare. Il richiamo alla realtà viene, spesso, per esperienza diretta e questa vicenda mi ha fatto pensare.
Innanzitutto, la riflessione che ho maturato di fronte al componente CD Player/DAC è stata quella di un apparecchio in cui fondamentale - ovviamente, mi verrebbe da aggiungere - è l'elaborazione del segnale digitale, puntandosi sul recupero della maggior risoluzione possibile. Alla fine, però, questo segnale dovrà diventare analogico, per diventare fruibile e, soprattutto - ma non solo, eh! - per apparecchi dal costo avvicinabile, ciò rappresenta la strozzatura sull'ottenimento del miglior risultato sonoro, fine ultimo di ogni componente audio. L'impressione è che, di fronte a tale fine ultimo, il giudizio dell'ascolto da parte del produttore venga - per ovvi motivi - tirato via, affrontando onorevoli compromessi che sacrificano qualcosa - e anche di più - di quella poderosa risoluzione ottenuta precedentemente, naturalmente all'insegna di ragionevoli giustificazioni ed alla luce dei più razionali fondamenti tecnico-scientifici.
La conclusione è quella che ci porta ad una soddisfazione perennemente incompleta dell'ascolto digitale, con riflessioni obbligate sui tempi dell'hi-fi all'età dell'oro del dominio analogico.
In virtù di ciò, però, il risultato complessivo del compromesso risente dell'esistenza di una soluzione di continuità per approssimazione o - per dirla in modo più discorsivo - della mancanza di una sintesi soddisfacente tra due aspetti che fanno parte dello snodo decisivo di un apparecchio digitale. E si tratta di un compromesso che diventa irrimediabile, con tutti i riflessi negativi del caso, alla luce della difficoltà di porre un correttivo successivo a quell'inscindibile soluzione originariamente trovata per un fenomeno unitario.


Ultima modifica di Dirty Harry il 13/4/2020, 20:17 - modificato 1 volta.

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12/4/2020, 14:57
Vabbè... e allora come va, sostituito al vetusto OP275?
Un caso concreto: Thule Audio DAC200 312
Intanto, a causa dei piccoli condensatori a film plastico che lo circondano, ho dovuto sopraelevare - dato l'ingombro - il modulo inserendo un altro socket: soluzione efficace quand'anche non troppo elegante (c'è un socket che, da solo, permetta una maggiore elevazione evitando la sovrapposizione, Alex?).
Una volta acceso il DAC, la presenza del nuovo ospite ha dato anche segno luminoso di sé...
Un caso concreto: Thule Audio DAC200 413
E poi... la musica è cambiata... ma tanto!

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12/4/2020, 15:03
Che mi risulti non esistono zoccoli di spessore più alto, ma se ne possono impilare quanti ne vuoi, visto che il contatto è eccellente.

Strano il formato della pcb del Thule, si estende per profondità invece che per larghezza.
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12/4/2020, 15:55
Raggruppando, per comodità, le impressioni su ambedue i moduli ed annullando - per così dire - il lasso temporale intercorso, il loro inserimento disorienta, almeno inizialmente. I cambiamenti apportati sono notevoli e vanno a parare sul dimensionamento, sulla trasparenza e sulla dinamica del messaggio musicale, innanzitutto; poi, per queste vie, si impatta sulla timbrica. Se partissimo da quest'ultima, nelle considerazioni da fare, capiremmo poco e rischieremmo di prendere sonore cantonate. Tuttavia è bene dire subito che l'impatto sulla timbrica ha riservato nel primo modulo - e nel mio DAC - conseguenze non desiderate che, per quanto relegate a regioni delle frequenze medio-alte (che ne uscivano particolarmente enfatizzate), hanno caratterizzato negativamente la risposta complessiva. Soprattutto le voci - maschili e particolarmente femminili - manifestavano delle sibilanti pronunciate che ne impedivano la migliore fruizione; tornando alla configurazione con l'opamp iniziale, pur perdendosi quelle caratteristiche positive su accennate, la maggior omogeneità complessiva - pur fondata su una certa mediocrità di prestazioni - si faceva preferire. Occorre dire che, pur nell'anzianità del prodotto, l'OP275 ha in un certo equilibrio complessivo - pur senza annoverare qualità particolari - la sua ragion d'essere e, probabilmente, per questo motivo ne è stata scelta l'utilizzazione in una configurazione - quella sbilanciata - che, nell'ottica della Thule Audio, doveva essere residuale.
Un po' deluso, venivo rassicurato da Alex sulla prossima disponibilità della versione J del modulo che, probabilmente, avrebbe eliminato gli inconvenienti da me lamentati; si trattava di aspettare ancora un po'...

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12/4/2020, 17:19
Il recente arrivo della versione J ha, per fortuna, ridimensionato fortemente i riflessi negativi di quelle caratteristiche sulla risposta in frequenza complessiva. Ora rimane ancora più percepibile il miglioramento in termini di trasparenza, dinamica e dimensionamento dell'evento musicale con una ripercussione sulla risposta in frequenza che si trasforma in una caratteristica; sembra rimanere, cioè, una predilezione - quando non uno leggero sbilanciamento - sulla restituzione del medio-alto. Si tratta, tuttavia, di una sensazione che non si sa quanto sia frutto dell'accresciuta trasparenza e della maggior dinamica percepibile piuttosto che della maggior sensibilità alla qualità del segnale originario; e dico ciò a motivo dell'assenza di qualsivoglia granulosità del messaggio musicale che, anzi, nelle vecchie incisioni AAD viene fuori quasi ripulito dal modulo a discreti.
Il problema, di difficile decifrazione se non tramite prova sul campo, è costituito - come citato in premessa - dal contesto in cui andrà ad inserirsi il modulo che, in virtù di quel famoso compromesso originale scontato dall'apparecchio in fase di realizzazione, non è prevedibile.
Alla fine, inserendo nuovamente l'OP275 e procedendo all'ascolto nella configurazione originale, ho constatato che quell'omogeneità che me l'aveva fatto preferire non aveva più valore; nel senso che, ora, era di tutta evidenza che era un risultato frutto di una piattezza di prestazioni. Di più; dove le incisioni manifestavano uno sbilanciamento sulla parte alta dello spettro, la corrispondente restituzione era più aspra con l'OP275 che non con il modulo a discreti ma senza quelle caratteristiche positive che contraddistinguevano quest'ultimo.
Concludendo, ho rimosso definitivamente l'opamp e lasciato il modulo a discreti, nella consapevolezza di una superiorità all'ascolto che solo sporadicamente viene sminuita da una certa caratterizzazione timbrica che, in un certo senso, diventa lo scotto da pagare per godere di una dinamica quasi inesauribile e di una trasparenza elevatissima, almeno nel contesto offerto dal mio DAC. Una precisazione, quest'ultima, che voglio ancora una volta sottolineare; anche sotto la luce del contesto specifico in cui nasce - l'H-DAC+ - e a cui è naturalmente collegato. 
E' indubbio, infatti, che il modulo costituisca parte integrante di quest'ultimo progetto e vada a completare e ad integrarsi con l'anima del DAC, il TDA1541, alla cui inconfondibile personalità sonora è intimamente collegato ma in una prospettiva di qualità e non residuale, come un opamp qualsiasi. Ecco perché penso che un utilizzo plug'n'play dell'AF7202J non sia concepibile ma vada verificato volta per volta a meno che non vada a legarsi ad un apparecchio digitale che veda coinvolto il TDA1541.
Certo che, se tanto mi da tanto, non vedo l'ora di iniziare a lavorare sulla realizzazione dell'H-DAC+...
flower

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13/4/2020, 20:40
Dirty Harry ha scritto:Ecco perché penso che un utilizzo plug'n'play dell'AF7202J non sia concepibile ma vada verificato volta per volta a meno che non vada a legarsi ad un apparecchio digitale che veda coinvolto il TDA1541.

Chiedo scusa per... l'autoquote, che non vuole essere indice di megalomania.
Vale, piuttosto, a precisare - non inutilmente - che, a tenore dell'inciso soprariportato, non è detto che nell'economia complessiva dell'H-DAC+ l'AF7202J sia sicuramente preferibile alla versione liscia.
Proprio perché il risultato dell'inserimento del modulo è dovuto all'accoppiamento con il convertitore a monte, è possibile che dalle due versioni scaturiscano suoni - per quanto simili - caratterizzati da sfumature diverse, né peggiori né migliori. E, magari, queste sfumature diventeranno caratterizzanti nell'economia del proprio impianto o, comunque, dei propri gusti personali.
Non sto ovviamente parlando di MyFi quanto di sensibilità personale ad alcuni parametri piuttosto che altri, che poi si ripercuoterà nelle scelte che ognuno fa nell'allestire un impianto...
smile

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21/12/2020, 12:04
Nel frattempo che rientro in possesso degli operazionali giusti per sostituire quelli - i TL071 - che non ho potuto salvare dall'inserimento degli zoccoli nel Musical Fidelity Digilog, raddoppio le operazioni di manutenzione degli elettrolitici sul Thule Audio DAC200, altro vecchio - non che io sia giovane, eh... - convertitore in mio possesso.
Un caso concreto: Thule Audio DAC200 P_202051
E andiamo... smokeing

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23/12/2020, 11:21
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Concluso l'electrolytic recap... smile

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"Un uomo dovrebbe conoscere i propri limiti..."
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