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HDAC+ v9 Le nostre realizzazioni

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flibix
Edmond
b.veneri
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bandAlex
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OK fine offset:
Sostituito C14-C8 con film plastico Wima 4,7 uF (il valore più alto che attualmente ho disponibile). in attesa di installare qualche cosa di più affidabile in quella posizione. Non piu polimerici come accoppiamento!
Ho gia avuto problemi anche in alcuni RAIL che " SI scaldavano senza alcun motivo apparente" pur lavorando ampiamente dentro specifica.
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Si accettano consigli per C14, C8 del valore calcolato da Alex ma altrettanto trasparenti sonicamente. e ....meccanicamente montabili in quelle posizioni.

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Di quel valore e dimensione solo con un ceramico o un elettrolitico, ma per me, hai già usato il miglior "compromesso" in quella posizione. A meno di qualche ampli/pre cinesata, e non sarebbe il caso di abbinarlo all'HDAC+, poverino, dormi sonni tranquilli col Wima.
Comunque è stato istruttivo, non pensavo che i cap a polimeri organici avessero una perdita così marcata da pregiudicarne un accoppiamento in AC.

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flibix ha scritto:
Si accettano consigli per C14, C8 del valore calcolato da Alex ma altrettanto trasparenti sonicamente. e ....meccanicamente montabili in quelle posizioni.


Dipende dal punto nel circuito in cui si trova il condensatore. Negli impieghi come accoppiamento, e dove c'è un minimo di tensione polarizzante, la mia esperienza è che tra i più trasparenti vi sono gli elettrolitici (in particolare quelli a polimeri) di adeguata capacità (molto superiore a quanto dice il semplice calcolo).

https://www.mouser.it/ProductDetail/Wurth-Elektronik/860240472001?qs=sGAEpiMZZMvwFf0viD3Y3aZipiehufnX8a8jcKJ2xMQAe7Qod%2FzS6Q%3D%3D

Non volendo usare gli elettrolitici, puoi optare per i WIMA della stessa linea che hai messo tu ora, un parallelo di due condensatori da 10 uF (20uF per canale). Se hai la certezza che l'impedenza vista dal dac non scenderà mai sotto i 10kOhm, puoi usarne uno solo per canale.

https://www.mouser.it/ProductDetail/WIMA/MKS2B051001N00KSSD?qs=sJjjjplDs9sPL29pY4Edmg%3D%3D

Compatibili meccanimente però, è difficile. Devi comunque lavorare sui terminali, sagomarli, o addirittura aggiungere degli spezzoni per poterli saldare agevolmente.

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Come sagomare, parallelare, etcc. Non c’è problema si fa’.
L’importante è la trasparenza proveremo. 
Intanto gia cosi il suono mi sembra cambiato,…in peggio: più aspro, forse meno immanente. Le voci piu esili, il sax non mette i brividi….ma, sarà sicuramente solo suggestione da stress da prestazione.

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flibix ha scritto:
Come sagomare, parallelare, etcc. Non c’è problema si fa’.
L’importante è la trasparenza proveremo. 
Intanto gia cosi il suono mi sembra cambiato,…in peggio: più aspro, forse meno immanente. Le voci piu esili, il sax non mette i brividi….ma, sarà sicuramente solo suggestione da stress da prestazione.


Succede, succede... ti consiglio di mettere due begli elettrolitici da 100uF con tensione maggiore di 16 volt, e ascoltare. bye

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flibix ha scritto:
Come sagomare, parallelare, etcc. Non c’è problema si fa’.
L’importante è la trasparenza proveremo. 
Intanto gia cosi il suono mi sembra cambiato,…in peggio: più aspro, forse meno immanente. Le voci piu esili, il sax non mette i brividi….ma, sarà sicuramente solo suggestione da stress da prestazione.


Questo con l'AFN?

Che potenziometro usi? 50k? 

Magari, davvero, come ha detto Alex, prova anche con un bel elettrostitico (😂) da più di 100uF per essere sicuro di non perdere nulla in gamma bassa.

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bandAlex ha scritto:
flibix ha scritto:
Come sagomare, parallelare, etcc. Non c’è problema si fa’.
L’importante è la trasparenza proveremo. 
Intanto gia cosi il suono mi sembra cambiato,…in peggio: più aspro, forse meno immanente. Le voci piu esili, il sax non mette i brividi….ma, sarà sicuramente solo suggestione da stress da prestazione.


Succede, succede... ti consiglio di mettere due begli elettrolitici da 100uF con tensione maggiore di 16 volt, e ascoltare.  bye


Se Alex ha ritenuto inserire elettrolitici avrà avuto le sue ragioni e ci avrà dedicato del tempo per valutare. Da ultimo arrivato, cerco di esporre solo la mia esperienza senza creare faide per i condensatori.
Nelle mie svariate prove con i cap di accoppiamento, i peggiori sono sempre stati i ceramici smd, è qualcosa di veramente avvertibile e non suggestione. Dove c'è spazio inserisco sempre MKP, piccoli, di bassa tensione, in genere il minimo è 100v. Dove non si può uso i Wima in poliestere, che sì, appena inseriti possono risultare aspri sulle alte, ma tempo una o due ore si assestano e diventano trasparenti senza colorazione percepibile da me. Gli elettrolitici, soprattutto quando si decuplica il valore sono effettivamente molto buoni, mi è capitato di preferire ELNA SILMICII a dei condensatori a film, ma perché tendono ad arrotondare, ammorbidire il suono, è qualcosa di piacevole, ma per la mia soggettivissima opinione, è una seppur minuscola, colorazione. Tra polipropilene e poliestere, non sono mai riuscito a percepire differenze, sono entrambi trasparenti, neutri. Non ho mai usato degli elettrolitici a polimeri per accoppiamento AC, quindi su questi mi astengo.

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Il discorso sui condensatori è lungo, ognuno ha le sue preferenze che derivano da esperienze personali. Io cerco di evitare questo tipo di trappola quando lavoro su un progetto, per cui scelgo il componente che in base alla teoria e alla *mia* esperienza, influisce di meno. Nel corso dei mesi/anni in cui questo dac è stato sul mio tavolino, di fronte al divano, ho provato di tutto, e le varie fasi si sono succedute una dopo l'altra cercando ogni volta di mettere dei paletti precisi. Altrimenti ci si perde, e si finisce per dare importanza pure al colore del tappeto che è sotto al tavolino.

Quindi la cosa fondamentale è la capacità di discernere tra quelle che sono le proprie percezioni (di solito errate) e la realtà fisica. Ad esempio, questi giorni sto combattendo con l'AF-N per via del fatto che il gain minimo è comunque troppo alto per cuffie come la 109 PRO. Che problema c'è, direte voi: cambi una resistenza nella rete di feedback e imposti il gain a quanto vuoi tu. Nella teoria è semplice, nella pratica ho avuto la conferma in questi giorni (ma già avevo questa sensazione da un bel po' di tempo) che l'ampli con il gain basso cambia il suo carattere e suona in modo diverso. E purtroppo, almeno per me, suona *meno bene* di come lo fa con il gain alto.

Ora, una giustificazione tecnica per questa cosa, lo avrete già intuito, non esiste. La teoria dice che deve cambiare solo il gain, ovvero il fattore di amplificazione, ma che tutto il resto DEVE rimanere invariato (anzi, dovrebbe migliorare visto che c'è una quantità maggiore di feedback negativo che torna all'ingresso). La percezione è quella di un ampli più "piatto", meno vitale, meno incisivo, come se (esagerando l'effetto) intervenisse una sorta di compressione, eliminando la parte "magica" della riproduzione. Un mp3 virtuale, in pratica.

Ora, nel corso del tempo (la mia mente rifletteva su questo sin dal lontano momento in cui mi sono accorto di questa cosa) ho fatto varie ipotesi, e la più papabile è quella che per diminuire il gain, il valore della R di feedback va diminuito in maniera sostanziale, gravando quindi come carico sull'uscita dello stesso stadio di preamplificazione/driver (ovvero il modulo AF7102 nel caso dell'AF-N v5). Un carico di impedenza minore comporta una maggiore richiesta di corrente (causata dalla stessa R di feedback), e ciò può essere la causa del cambiamento sonoro.

Per verificare questa ipotesi ho fatto dei test modificando il modo in cui il mio AF-N cambia il gain: invece di diminuire la R di feedback che è nel loop di controreazione, aumento l'altra (quella che è collegata tra l'ingresso invertente e la massa). In tal modo modifico sempre il rapporto tra le due R del partitore, ottenendo sempre una diminuizione del gain. Vi domanderete perchè non ho fatto così sin dall'inizio, e il motivo è abbastanza complesso: vi basti sapere che entra in gioco il rapporto S/N. In pratica, aumentare la R verso massa vuol dire aumentare il rumore e quindi di solito si preferisce l'altra modalità.

Il test è stato risolutivo, ma solo in parte: effettivamente l'effetto "compressione" è minore (evviva!) però non sparisce del tutto. Quindi, evidentemente è in corso un altro fenomeno, che al momento non so spiegare, che produce questo effetto sulla riproduzione.

Voi direte: ma sto AF-N allora è un cesso! E io vi rispondo che in realtà quanto percepito è abbastanza piccolo da non essere significativo per la maggior parte delle persone, mentre invece la maggior parte degli ampli a stato solido in commercio suona *di base* proprio così: piatto e moscio, a prescindere dal gain impostato e in maniera ben più evidente. Il fatto è che nessun prodotto commerciale potrebbe mai subire il processo di affinamento che ha avuto l'AF-N dall'inizio della sua progettazione, perchè sarebbe insostenibile economicamente. Tutto il reparto di progettazione di un qualunque marchio commerciale tra quelli che vendono decine di migliaia di pezzi, si farebbe una crassa risata leggendo delle avventure di un tizio idiota che passa dei mesi ad ascoltare il cambio di gain...

Che poi non è nemmeno facile da farsi, perchè oltre a cambiare il gain devi pure contemporaneamente ribilanciare il volume per poter confrontare correttamente... ci vogliono pazienza e metodo, due cose che di questi tempi sono rarissime. Oppure la dedizione che di solito hanno solo i fissati e le persone border-line.

Ok, tutta questa storiella è per illustrare un concetto ben preciso, ovvero che cambiare una resistenza, oppure un condensatore apparentemente innocuo o di poco conto, come può esserlo il condensatore all'ingresso di un ampli, per un altro condensatore, magari di tipologia diversa, comporta dei rischi non contemplati, tra i quali (sarò brutale) vi è *anche* quello della nostra suggestione. In questo caso si è avuta la spinta di un motivo tecnico preciso: cazzo, ho della continua in uscita che non dovrebbe esserci, quindi ne approfitto per mettere un condensatore *migliore* di quello che c'è ora. Il problema è che quando cominci a pensare in questi termini (polistirene è meglio di propilene che è meglio di poliestere che è meglio di ceramico che è meglio di elettrolitico) sei già caduto nella trappola. Non ci si deve arrivare a questo tipo di ragionamento, ed è per questo che a suo tempo ho scelto l'elettrolitico, per chi guarda lo schema elettrico è un annuncio del tipo: "vedi? ho messo l'elettrolitico anche se avrei potuto mettere qualcosa di meglio, magari significa che quel condensatore, di quel valore, di quel tipo, non è importante e va lasciato in pace lì dove è?"

Semplice, no? L'azione più logica è quindi quella di sostituire quel polimero di merda con un altro elettrolitico. In modo da non interferire troppo nella trama dello spazio-tempo e fare in modo che non ci si rivolti contro.

Ultima modifica di bandAlex il 29/11/2022, 14:29 - modificato 1 volta.

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Io sono ignorante  quindi non posso rispondere da un punto di vista tecnico. Però percepisco chiaramente la problematica espressa dal Boss. Se io collego il mio vecchio Marantz CD-80 all'AFN, con una uscita di 2V, gestisco senza problemi ogni tipo di cuffia. Se invece uso un dac arcinoto, che esceva 4V, i problemi con le cuffie più sensibili appaiono in modo chiaro. Forse anche un maggior rispetto delle vecchie specifiche aiuterebbe.

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Edmond ha scritto:
Io sono ignorante  quindi non posso rispondere da un punto di vista tecnico. Però percepisco chiaramente la problematica espressa dal Boss. Se io collego il mio vecchio Marantz CD-80 all'AFN, con una uscita di 2V, gestisco senza problemi ogni tipo di cuffia. Se invece uso un dac arcinoto, che esceva 4V, i problemi con le cuffie più sensibili appaiono in modo chiaro. Forse anche un maggior rispetto delle vecchie specifiche aiuterebbe.


Ah, guarda, se poi ci mettiamo in mezzo pure tutti quelli che non rispettano gli standard (perchè così suona più "forte" e sembra che suoni meglio) il discorso si complica ancora di più.

Il problema sono pure le cuffie moderne, le fanno sempre più sensibili perchè così suonano forte pure con i cellulari e tutte quelle merdacce di portatili che vanno di moda, come se uno potesse andare in giro con la 109 PRO sulla testa (perchè si sa che i professional partono con la cuffia già in testa da casa). Una contraddizione, ma tant'è, io devo adeguare il mio AF-N a quella maledetta cuffia che mi ha stimolato l'apparato uditivo.

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Ma che sensibilità ha la Meze, da essere così critica?

ORPO, ho visto! 112 dB!!! blink

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112 dB/mW, in pratica come una cuffietta da passeggio.

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'Na strunzata...

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Edmond ha scritto:
'Na strunzata...


Eh, infatti se faccio una modifica è perchè ne vale la pena... altrimenti un bel "chissenefrega" e vai.

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Intrigava anche me, pur avendo ridotto drasticamente l'ascolto in cuffia, ma se ci sono questi problemi...

Come la posizioni qualitativamente rispetto alla Denon 9200?

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Edmond ha scritto:
Intrigava anche me, pur avendo ridotto drasticamente l'ascolto in cuffia, ma se ci sono questi problemi...

Come la posizioni qualitativamente rispetto alla Denon 9200?


Un altro pianeta.

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bandAlex ha scritto:
112 dB/mW, in pratica come una cuffietta da passeggio.


Santa HE 6 con 83,5 dB  grande sorriso

--


Benedetto - Now playing: HDAC+  HDAC+ v9 Le nostre realizzazioni - Pagina 3 Hdac10

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bandAlex ha scritto:
[...]
Semplice, no? L'azione più logica è quindi quella di sostituire quel polimero di merda con un altro elettrolitico. In modo da non interferire troppo nella trama dello spazio-tempo e fare in modo che non ci si rivolti contro.


Io comprendo benissimo il tuo discorso, perché si rischia di alimentare il feticismo sui condensatori.
Continuo però a pensarla diversamente, abbiamo il nostro background tecnico ed empirico che ci condiziona e non possiamo azzerarlo.

Sono famosi gli articoli tecnici di Cyril Bateman's al riguardo, con gli elettrolitici l'accoppiata vincente di bias DC, capacità, tensione di lavoro, per arrivare a distorcere poco quanto un PET, è come un terno al lotto.
Alcuni vogliono pochi mV di bias, alcuni qualche Volt, alcuni distorcono meno se hanno una tensione di lavoro di 25V anziché 35V, alcuni come i Silmic danno il meglio senza alcun bias... per arrivare alla scoperta che i bipolari distorcono sempre meno di qualsiasi polare.

Voglio dire, impazzire a trovare la combinazione giusta quando un economico Wima è già superiore, per quel che concerne la distorsione, al miglior elettrolitico, bipolare o no, esistente.
Parliamo di cose misurabili e non di alti setosi e scena olografica o altre cose da sommelier di vini.

La "malattia dei condensatori" colpisce tutti nel corso della vita dell'appassionato smanettone, come il cambio compulsivo degli opamp, poi si arriva ad un equilibrio, più ragionato, difatti vedere un MKP da 600V grosso come una lattina in un PCB smd è qualcosa che mi fa orrore.
Sono anche il primo a dire che non riesco a notare mai differenze, in qualsiasi posto sia messo, tra un cap MKT (volgare PET, plasticaccia sleep ) ed un MKP (pregiatissima plastica  grande sorriso ).

Tu Alex sei riuscito a far suonare bene il DAC con degli elettrolitci, è ovvio che sai il fatto tuo, non ho modo di dubitarne visti i pareri super positivi che arrivano, infatti se non si fosse palesato questo problema di leakage degli organici, li avrei lasciati. Nel dubbio, per non metterci le mani 2 volte, ci saldo due Wima in plastica ROSSA FERRARI  special cool e perdonatemi ma dubito che possano degradare il suono inasprendolo, se non, ribadisco, nelle primissime ore di funzionamento, non apriamo il capitolo rodaggio sennò perdiamo la bussola. bye

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Ecco, il punto è proprio quello di non perdere la bussola, di non perdere tempo dietro a dettagli che hanno importanza più che altro da un punto di vista psicologico. Tutti siamo consci ad esempio dell'effetto che hanno su alcuni audiofili le schiere di condensatori allineati nelle elettroniche hi-end, e pure i cinesi, che scimmiottano i prodotti occidentali di grido, hanno imparato a sfruttare questa debolezza.

E' vero che i condensatori possono presentare livelli di distorsioni variabili a seconda degli utilizzi, del tipo di dielettrico e, nel caso degli elettrolitici, della tensione di bias. Ma tale distorsione si manifesta solo se ai capi del condensatore si localizza il segnale audio. Dal momento che per la AC il condensatore è un cortocircuito, non si può generare alcun segnale ai suoi capi, e quindi di fatto il condensatore è come se non ci fosse... a meno che la capacità sia più bassa di quanto serve.

Ad esempio, in un circuito di impedenza 10kOhm, la regola dice che per gestire i 20 Hz un condensatore deve essere appena da 0.8 uF. La maggior parte degli autocostruttori quindi che fa, utilizza un condensatore da 1uF che (in base ai calcoli) è pure abbondante. In realtà però un condensatore di quella capacità è sbagliato, perchè non tiene conto degli eventuali altri filtri passa-alto presenti nella catena (ad esempio, nell'ampli ce n'è sicuramente uno all'ingresso, poi magari un altro nella rete di feedback e così via con altre apparecchiature) ma soprattutto non garantisce la completa trasparenza del componente, a prescindere che sia un polipropilene o un elettrolitico. Per avere una ragionevole certezza che non si localizzi la AC sul condensatore, ovvero che il dielettrico non influenzi il risultato sonoro (e per il motivo precedente), bisogna moltiplicare il valore minimo almeno per 10. In questo caso quindi si potrebbe usare un condensatore da 8.2 uF (oppure 10 uF). Oppure calcolare la capacità per una frequenza di taglio di 2 Hz. Poi, si può abbondare ancora, e volendo si può arrivare a 100 uF, usando un elettrolitico laddove sia presente una minima tensione di bias con polarità garantita (è il caso dell'HDAC). L'uso di un condensatore con capacità così sovrabbondante garantisce che la sua impedenza sarà così bassa, a tutte le frequenze audio, da potersi considerare di fatto un cortocircuito. E quindi a quel punto il tipo di dielettrico diventa del tutto ininfluente.

Chiaramente esistono dei limiti e delle situazioni in cui questo non si può fare, oppure non è conveniente. Ad esempio, in un circuito in cui non è presente alcuna tensione in DC, un elettrolitico può non garantire un funzionamento perfetto e generare distorsione. Oppure dove la polarità di tale tensione non è garantita. Il problema con i condensatori a film plastico invece è che, volendo seguire il dettame dell'abbondanza, si corre il rischio di riempire un'intera PCB con il parallelo di molteplici condensatori a film per raggiungere la capacità voluta. Immaginate un polipropilene da 100 uF, oppure 10 condensatori a film da 10uF, per due canali. Da un punto di vista economico inoltre sarebbe una follia.

Poi c'è il discorso del rapporto capacità/volume, che esalta le qualità nascoste del componente, ovvero quelle che non dovrebbero esserci. Induttanza parassita, e suscettibilità a captare interferenze e RF.

Quindi, quando è obbligatorio usare un film plastico, possibilmente in polistirene o polipropilene? Quando il condensatore si comporta da filtro, se viene usato per generare costanti di tempo precise, negli oscillatori, etc. Soprattutto se la capacità è abbastanza bassa da permettere un condensatore piccolo, un film plastico va benissimo, ad esempio negli stadi di tono di un ampli, o in una rete di equalizzazione RIAA.

Ma in tutti gli altri casi, negli apparecchi "hi-end", quando vedete quei bei bottiglioni a film plastico... diffidate. Quando vedete schiere di condensatori messi in bella mostra, diffidate. Non c'è nulla che possano fare meglio 10 condensatori al posto di 1, se è del valore e del tipo giusto.

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Voglio allora rispettare il tuo progetto, ho due Panasonic FC 100uF 25V passo 3mm, quindi perfetti per rimpiazzare gli altri. Come ripeto, se non si fosse sollevato il problema avrei lasciato gli organici. Se successivamente mi passasse l'irrefrenabile voglia di metterci 2 Wima, dirò che cosa ho, o non ho, notato.

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Secondo me la malattia dei condensatori colpisce senza via di scampo audioti ed idiofili, che celebrano l'orgasmo da latta di olio (quella di birra non basta), descrivendo miracoli di miglioramento, senza comprendere se sia in meglio od in peggio, non avendo alcune nozione di cosa sia la musica degli strumenti... Credo che la spiegazione del Boss sia illuminante, anche per dei somari come me.

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Altra anomalia sul mio HDAC.
Lo spegnimento con comando “power” non funziona regolarmente: 
Ossia servono due azionamenti consecutivi per mettere in standby l’apparecchio.

La prima “pigiata” interrompe solo l’audio, ma rimane ancora eccitato rele’ RL1 pertanto senti il classico bump in cuffia con conseguente intervento della protezione dell’ AF-N.
- Rimangono   spenti solo (Led1 e Led3)
- Rimangono.  accesi tutti gli altri Led, compreso il Display.

La seconda “pigiata” spegne tutto regolarmente!

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Praticamente in prima battuta si spengono solo i +/- 20 V.

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Allora, tu dici che al primo click sul pulsante l'audio va via, questo vuol dire che RL2 è scattato e ha mandato il segnale al circuito di muting, però dici pure che si spengono solo LED1 e LED3, e tutto il resto rimane acceso.

Ciò è possibile solo se una metà del relè RL2 non scatta, oppure, più probabile, se sono in cortocircuito i contatti P2 e S2 di RL2.

Verifica sotto la board le saldature di RL2, e nel caso non trovassi nulla di strano, riaccendi, e dopo la PRIMA pigiata, quando LED1 e LED3 sono spenti, verifica con il tester se è presente la tensione di +24V sul piedino 1 di IC1. In caso affermativo, vuol dire che il relè è difettoso.

HDAC+ v9 Le nostre realizzazioni - Pagina 3 Cattur44

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