Ed eccomi qui finalmente con una elettrostatica. Fino a qualche mese fa non avrei neanche immaginato che succedesse, non perchè non ritenessi le elettrostatiche degne di attenzione, ma per il timore di entrare in un vortice senza fine di acquisti a catena: la cuffia, l'ampli, e poi l'ampli giusto, e poi l'ampli ancora meglio, e poi la cuffia top... come ben sa chi è rimasto vittima di questa giostra. Ma prima o poi doveva accadere. Ho provato ad iniziare in punta di piedi, con una L300 pagata 200 euro, poi una SR-407 Signature a soli 420 euro, ma non c'è stato niente da fare. La L300 si è persa nell'iperspazio, mentre la 407 appena arrivata è ritornata al mittente, visto che era un bidone. Il destino ha voluto che partissi con quello che è considerato quasi un punto di arrivo, una L700 nuova fiammante.
Ebbene, ora scriverò le mie primissime impressioni, la cronaca delle prime 24 ore con la cuffia. Visto che di solito, se riesco a mettere le mani su qualcosa di succulento perdo un po' la bussola e tendo ad esternare troppo, spero che il mio sproloquio non diventi noioso. Cercherò di evitare le cose già dette da altri sulla cuffia e sull'ampli che ora l'accompagna, che è un bellissimo esemplare di SRM-T1S preso usato su ebay da un tedesco per 560 euro, spedizione compresa. Sono stato fortunato, perchè l'ampli è arrivato perfetto, sembra nuovo. Quindi in questa operazione c'è anche da mettere in conto il rischio: le cose potevano andare peggio, e ora sarei ancora con il dilemma di come e quando ascoltare un sistema Stax.
Come dicevo, cercherò di evitare il già detto e il già consumato su questa cuffia, ovvero le cose che si possono leggere ovunque in rete, scritte da persone più esperte di me. Io cercherò di integrare e aggiungere quello che è il mio pensiero e qualche informazione in più, utile a tutti coloro che pensano di poter scegliere in futuro una L700.
Inizio col dire che il primo impatto è stato abbastanza positivo. A partire dal pacco arrivato in anticipo: la spedizione doveva essere dopo il 3 maggio, e invece ecco qua, le cose (cuffiofilamente parlando) hanno ricominciato a girare un po' prima. Speriamo sia di buon auspicio per tutto il resto. La confezione è spartana ma efficace. Non vi aspettate gli orpelli che di solito accompagnano di questi tempi le dinamiche e ortodinamiche costose: niente valigette di pelle, niente cavetti in argento massiccio, ma solo dell'onesto polistirolo a proteggere la cuffia.
Tra le mani, è più bella che in foto. E' leggera, sobria, di un'eleganza ormai sconosciuta, un po' fuori dal tempo. L'ho girata e rigirata per guardarmela bene, come farebbe un innamorato trepidante e un po' impacciato. Alla fine, ho deciso di poggiarla sul sofà, in attesa del lieto evento.
Dovevo prima preparare l'ampli. Voi sapete che per ogni incontro importante, si deve predisporre tutto a puntino. Quindi ho aperto l'ampli, tolte le valvole di serie, messe le RCA "clear top" 6CG7, acceso e dopo una mezz'ora ho tarato l'offset e il bilanciamento. Dovete sapere che questo ampli è un ibrido, ha l'ingresso a jfet (quelli fabbricati ai bei tempi da Toshiba e ora non più in produzione) e il finale a valvole. Quest'ultimo è un push-pull, accoppiato in DC con lo stadio di ingresso. Tutto il circuito in realtà è accoppiato in continua, non ci sono condensatori sul percorso del segnale. Proprio per questo motivo è molto importante la taratura, che va fatta ogni qual volta vengono sostituite le valvole oppure ad intervalli non troppo brevi. Le valvole sono componenti instabili, per loro natura: le caratteristiche variano lentamente nel tempo, e quindi questo ampli ogni tanto va messo a punto.
Dal punto di vista tecnico l'ampli è notevole: si tratta in pratica di due differenziali, uno a stato solido all'ingresso composto da una coppia di jfet 2SK389, e uno a seguire composto da una 6CG7 che all'interno contiene due triodi.
La taratura è una procedura concettualmente semplice, ma tediosa. Ci sono 4 trimmer da regolare, due per canale. Senza collegare la cuffia, quindi a vuoto, occorre accendere l'ampli, aspettare che si stabilizzi in temperatura (un'attesa di almeno 15 minuti) e poi collegare i puntali di un voltmetro sui terminali L- e L+ del connettore frontale per tarare il canale sinistro.
1) Agire sul trimmer VR1 (offset) del canale sinistro per portare a zero la lettura sul voltmetro.
E' facile a dirsi, molto meno all'atto pratico in quanto la lettura è molto variabile, e la qualità scarsa del trimmer non consente una regolazione fine. Ci si deve accontentare di avvicinarsi allo zero, senza pretendere che rimanga effettivamente zero. Una lettura che varia tra -0.7 e +0.7 va benissimo. Ma anche se ci fosse uno scostamento di un paio di volt, non è la fine del mondo, visto che il segnale in uscita varia sull'ordine del centinaio di volt RMS. Infatti sullo schema elettrico è evidenziato chiaramente, sia per la regolazione dell'offset che del balance, una variazione consentita di +/-15V!
2) Spostare il puntale negativo del voltmetro e portarlo a massa. Io ho usato la massa dei connettori di ingresso dell'ampli. Agire sul trimmer VR2 del canale sinistro (balance) per portare a zero la lettura sul voltmetro.
Anche qui, valgono le stesse considerazioni fatte al punto 1, solo che in questo caso la regolazione è un po' più agevole perchè il campo di variazione è più ristretto.
Ripetere la procedura per il canale destro, spostando i puntali del voltmetro sui terminali R- e R+ del connettore.
(segue)
Ebbene, ora scriverò le mie primissime impressioni, la cronaca delle prime 24 ore con la cuffia. Visto che di solito, se riesco a mettere le mani su qualcosa di succulento perdo un po' la bussola e tendo ad esternare troppo, spero che il mio sproloquio non diventi noioso. Cercherò di evitare le cose già dette da altri sulla cuffia e sull'ampli che ora l'accompagna, che è un bellissimo esemplare di SRM-T1S preso usato su ebay da un tedesco per 560 euro, spedizione compresa. Sono stato fortunato, perchè l'ampli è arrivato perfetto, sembra nuovo. Quindi in questa operazione c'è anche da mettere in conto il rischio: le cose potevano andare peggio, e ora sarei ancora con il dilemma di come e quando ascoltare un sistema Stax.
Come dicevo, cercherò di evitare il già detto e il già consumato su questa cuffia, ovvero le cose che si possono leggere ovunque in rete, scritte da persone più esperte di me. Io cercherò di integrare e aggiungere quello che è il mio pensiero e qualche informazione in più, utile a tutti coloro che pensano di poter scegliere in futuro una L700.
Inizio col dire che il primo impatto è stato abbastanza positivo. A partire dal pacco arrivato in anticipo: la spedizione doveva essere dopo il 3 maggio, e invece ecco qua, le cose (cuffiofilamente parlando) hanno ricominciato a girare un po' prima. Speriamo sia di buon auspicio per tutto il resto. La confezione è spartana ma efficace. Non vi aspettate gli orpelli che di solito accompagnano di questi tempi le dinamiche e ortodinamiche costose: niente valigette di pelle, niente cavetti in argento massiccio, ma solo dell'onesto polistirolo a proteggere la cuffia.
Tra le mani, è più bella che in foto. E' leggera, sobria, di un'eleganza ormai sconosciuta, un po' fuori dal tempo. L'ho girata e rigirata per guardarmela bene, come farebbe un innamorato trepidante e un po' impacciato. Alla fine, ho deciso di poggiarla sul sofà, in attesa del lieto evento.
Dovevo prima preparare l'ampli. Voi sapete che per ogni incontro importante, si deve predisporre tutto a puntino. Quindi ho aperto l'ampli, tolte le valvole di serie, messe le RCA "clear top" 6CG7, acceso e dopo una mezz'ora ho tarato l'offset e il bilanciamento. Dovete sapere che questo ampli è un ibrido, ha l'ingresso a jfet (quelli fabbricati ai bei tempi da Toshiba e ora non più in produzione) e il finale a valvole. Quest'ultimo è un push-pull, accoppiato in DC con lo stadio di ingresso. Tutto il circuito in realtà è accoppiato in continua, non ci sono condensatori sul percorso del segnale. Proprio per questo motivo è molto importante la taratura, che va fatta ogni qual volta vengono sostituite le valvole oppure ad intervalli non troppo brevi. Le valvole sono componenti instabili, per loro natura: le caratteristiche variano lentamente nel tempo, e quindi questo ampli ogni tanto va messo a punto.
Dal punto di vista tecnico l'ampli è notevole: si tratta in pratica di due differenziali, uno a stato solido all'ingresso composto da una coppia di jfet 2SK389, e uno a seguire composto da una 6CG7 che all'interno contiene due triodi.
Roba Tecnica ha scritto:Gli anodi dei due triodi si collegano al connettore frontale e pilotano gli statori del trasduttore di un canale. Sempre dagli anodi, una parte del segnale che va alla cuffia viene rimandata indietro al differenziale (R21, R22, R23, R24, R25 e R26, in modo che il feedback negativo possa migliorare le caratteristiche dell'intero amplificatore.
La tipologia circuitale dello stadio di ingresso è quella di un folded-cascode, simile a quella usata, tra gli altri, nel rinomato preamplificatore Luxman C-02. Tale tipologia minimizza l'influenza delle capacità parassite dei due jfet (integrati nel duale Q1, e quindi molto simili), estendendo così la banda passante. Oltre a questo, i drain dei jfet si trovano bloccati dagli emettitori dei bjt a base comune (Q4 e Q5), e quindi la variazione di segnale su di essi rimane minima. Ciò migliora notevolmente la linearità del differenziale all'ingresso. Se a questo aggiungiamo il fatto che gli stessi jfet sono degenerati abbondantemente (R5 e R6 da 160 ohm, cosa resa possibile dalla trasconduttanza inusitatamente elevata e oggi impossibile da mettere in pratica visto che jfet con tali caratteristiche non sono più prodotti), si ottiene un perfetto differenziale in grado di gestire adeguatamente il delicato compito che gli è richiesto: quello di sottrarre dal segnale di ingresso l'uscita dell'amplificatore. Maggiore è la linearità dello stadio di ingresso, migliore sarà il comportamento dell'intero ampli, a prescindere dalle prestazioni del finale (che grazie alla NFB e al controllo preciso dei jfet, diventano meno importanti).
Trattandosi di un circuito bilanciato, è bene che i due jfet siano il più possibile simili, e la stessa cosa è valida per i due triodi. In un mondo perfetto i componenti di uno stesso tipo sarebbero del tutto uguali tra loro, ma purtroppo non è così ed è per questo che serve una taratura.
La taratura è una procedura concettualmente semplice, ma tediosa. Ci sono 4 trimmer da regolare, due per canale. Senza collegare la cuffia, quindi a vuoto, occorre accendere l'ampli, aspettare che si stabilizzi in temperatura (un'attesa di almeno 15 minuti) e poi collegare i puntali di un voltmetro sui terminali L- e L+ del connettore frontale per tarare il canale sinistro.
1) Agire sul trimmer VR1 (offset) del canale sinistro per portare a zero la lettura sul voltmetro.
E' facile a dirsi, molto meno all'atto pratico in quanto la lettura è molto variabile, e la qualità scarsa del trimmer non consente una regolazione fine. Ci si deve accontentare di avvicinarsi allo zero, senza pretendere che rimanga effettivamente zero. Una lettura che varia tra -0.7 e +0.7 va benissimo. Ma anche se ci fosse uno scostamento di un paio di volt, non è la fine del mondo, visto che il segnale in uscita varia sull'ordine del centinaio di volt RMS. Infatti sullo schema elettrico è evidenziato chiaramente, sia per la regolazione dell'offset che del balance, una variazione consentita di +/-15V!
2) Spostare il puntale negativo del voltmetro e portarlo a massa. Io ho usato la massa dei connettori di ingresso dell'ampli. Agire sul trimmer VR2 del canale sinistro (balance) per portare a zero la lettura sul voltmetro.
Anche qui, valgono le stesse considerazioni fatte al punto 1, solo che in questo caso la regolazione è un po' più agevole perchè il campo di variazione è più ristretto.
Ripetere la procedura per il canale destro, spostando i puntali del voltmetro sui terminali R- e R+ del connettore.
Roba Tecnica ha scritto:Cosa succede nella realtà agendo sulle regolazioni? Il trimmer VR1 regola il bilanciamento del differenziale di ingresso, ovvero delle due fasi opposte che piloteranno gli statori della cuffia. In pratica, agendo su tale trimmer si fa in modo di rendere esattamente uguale la tensione presente sugli anodi dei due triodi a riposo, in modo che il campo elettrico generato dagli statori, corrispondente alle due fasi del segnale audio, sia perfettamente bilanciato. Il trimmer VR2 invece regola il punto di bias del triodo. In pratica, regolando tale trimmer si fa in modo che l'anodo, a riposo, sia allineato al potenziale di massa. La presenza di queste regolazioni assicura il funzionamento del circuito per un ampio range di valvole e di usura delle stesse. In particolare VR2, che regola il punto di funzionamento della valvola, rende l'ampli estremamente versatile da questo punto di vista. L'unica attenzione da fare, a riguardo della valvola, è che per il punto di lavoro richiesto la griglia rimanga sufficientemente negativa. Dando un'occhiata al datasheet della valvola, si intravede subito se questa è adatta ad essere utilizzata oppure no. Inoltre, la valvola deve sopportare almeno 300 volt di Vak max, e la dissipazione massima deve rientrare nel valore indicato dal datasheet.
La cosa notevole da considerare è che, essendo gli anodi, durante il funzionamento, allo stesso potenziale di massa, anche gli statori della cuffia lo sono, comportandosi in pratica come degli schermi di protezione contro il potenziale di 580 volt presente sulla membrana racchiusa tra gli statori stessi. Si sarebbe potuto fare esattamente il contrario, ma indovinate qual'è l'opzione più sicura...
(segue)