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Cavetteria

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25/8/2017, 10:29
Sto valutando la possibilità di migliorare un po' la sezione cavi con cui collego l'impianto. 
In pratica i 2 cavi di alimentazione x Dac e MOS, il cavo usb e l'RCA. 
Senza spendere cifre fuori di senno, può valere la pena prendere qualcosa di qualità? Io pensavo a del cavo Furutech o Acrolink da assemblare. 
Ora uso cavo pc e stampante.....l'unico buono che ho è l'RCA. 
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25/8/2017, 12:40
Lascerei stare i cavi di alimentazione, mentre forse per quelli USB ha senso spendere qualcosa di più. Ma punterei su cavi di assoluta reperibilità nei normali canali di distribuzione, nulla di esoterico e specifico per l'audio, quindi. Da non spenderci più di 15 Euro.

Per l'USB è più importante la lunghezza: più corto è, meglio è.

Per i segnali di linea (RCA) non c'è bisogno di grandi specifiche, ammesso di utilizzare sorgenti moderne a bassa impedenza di uscita. Tenersi leggermente al di sopra del minimo sindacale onde evitare le copie cinesi con isolanti che non sono all'altezza (non per questioni di sicurezza, ma per il fatto che l'isolante interno tra lo schermo e il segnale è di fatto un dielettrico e deve avere caratteristiche costanti al variare della tensione). Da evitare assolutamente i cavi esoterici troppo costosi perchè adottano geometrie non necessarie o assurde che servono solo a "far suonare" il cavo, peggiorando le prestazioni complessive.

Come al solito, la regola primaria è quella del buon senso: un cavo è solo un cavo, non c'è bisogno di mantenere un reparto di ricerca e sviluppo, non c'è bisogno di alta tecnologia per produrre un cavo, e quindi il costo deve essere ragionevolmente basso. Ma, soprattutto, sul trasferimento dei segnali tramite cavi si sa già tutto dai primi anni del secolo scorso, quando i cavi di segnale erano più critici perchè le impedenze in gioco erano più alte per via delle valvole.

Per i cavi di alimentazione... beh, fate vobis. Se proprio volete farvi spennare, comprate pure un cavo di alimentazione apposito per l'audio, ma tenete presente che nel cavo di alimentazione non viaggia nessun segnale (non c'è bisogno di preservare nulla) e l'unico aspetto da considerare è quello energetico, per il quale non abbiamo problemi viste le potenze irrisorie in gioco (parlo di amplificatori per cuffia e sorgenti).
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25/8/2017, 15:11
Per il cavo USB, a parte la lunghezza, ho notato che alcuni produttori tengono separata alimentazione e segnale. 
In 2 modalità:
La prima da A a B 2 cavi separati che si collegano agli stessi connettori. 
La seconda da A partono 2 connettori separati che confluiscono in un solo B. In questo modo, con alimentazione separata, si possono usare 2 porte distinte o addirittura alimentare a batteria (con un power bank). 
Ci possono essere vantaggi?
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25/8/2017, 15:29
AndreaFx ha scritto:Per il cavo USB, a parte la lunghezza, ho notato che alcuni produttori tengono separata alimentazione e segnale. 
In 2 modalità:
La prima da A a B 2 cavi separati che si collegano agli stessi connettori. 
La seconda da A partono 2 connettori separati che confluiscono in un solo B. In questo modo, con alimentazione separata, si possono usare 2 porte distinte o addirittura alimentare a batteria (con un power bank). 
Ci possono essere vantaggi?

Dipende dalla modalità e da cosa si vuole ottenere. Innanzitutto, perchè separare i fili di alimentazione? Si vuole proteggere il segnale digitale da eventuali disturbi o si vuole proteggere l'alimentazione dal segnale digitale? Sono due intenti con soluzioni completamente diverse.

La modalità 2), quella con due connettori separati ha il vantaggio di poter alimentare l'apparato con una potenza maggiore (se una porta USB da sola non ce la fa).

La modalità 1) è molto meno utile, anche se non fa male di certo. Diciamo che è uno di quei trucchi per farci sentire più tranquilli, anche se teoricamente non apporta alcun vantaggio. Il motivo è che una linea di alimentazione è percorsa da corrente continua, la quale non può in alcun modo influenzare le linee vicine. Se ci sono disturbi sull'alimentazione, tali disturbi viaggeranno indisturbati comunque fino all'utilizzatore, e la schermatura nel cavo avrà poco effetto. Gli impulsi generati dai disturbi difficilmente potranno influenzare le linee dati, in quanto queste ultime sono organizzate per essere molto resistenti ai disturbi (bilanciamento) e sono a bassa impedenza.

Se le linee dati di una USB fossero sensibili ai disturbi, nessun collegamento USB funzionerebbe. E nemmeno un collegamento ethernet, e nemmeno... un sacco di altri tipi di collegamento digitale (pensate alle HDMI che viaggiano su frequenze così elevate da permettere il trasferimento di video in 4K).

Non preoccupatevi delle cose già risolte all'origine da ingegneri con le palle, e fidatevi del cavetto USB che usano gli informatici.

Invece siate diffidenti con chi vi vuole vendere del rame a peso d'oro.
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25/8/2017, 15:58
Dici che è troppo una cinesata QUESTO?
È identico ad un cavo di marca famosa (anche le caratteristiche presunte), senza però il brand stampato. 
Quindi, più che un clone scadente, mi sembra lo stesso cavo dell'originale senza la marca (e quindi senza "pompaggio" del prezzo). 
60 cm vengono poco più di 20€
Di roba nostrana, a parte autocostruiti, non saprei che scegliere che sia meglio del mio cavo corto da stampante e non costi uno sproposito.
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25/8/2017, 17:42
Partiamo dal fatto che 21 euro per un cavetto USB da 60 cm sono un furto.

Inoltre, già la dicitura "HIFI USB Cable" dovrebbe metterci in allarme: non esiste uno standard hi-fi per i collegamenti USB. E' come dichiarare hi-fi un frullatore.

Un collegamento USB è digitale, non analogico. Se ascolto un brano in mp3 a 160 kbit, posso considerare l'ascolto hi-fi? Quindi il risultato non è legato al cavetto (che deve solo garantire un buon trasporto) ma dai dati digitali che vengono trasferiti.

Ma vabbè, vediamo le specifiche:

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1) Guaina esterna in nylon + guaina in PVC + guaina interna in PVC

nulla di eclatante, il PVC è usato ampiamente nell'industria dei cavi. In particolare, per via del fatto che è autoestinguente.

2) Conduttori principali: rame OCC placcato argento

L'argento fa subito venire l'acquolina in bocca, perchè rientra nella categoria dei metalli preziosi, ed è noto per  le sue proprietà elettriche, ovvero la conducibilità. L'argento infatti è il metallo più conduttivo, subito dopo viene il rame. Ma tra la gente è diffusa la convinzione che sia l'oro ad essere il metallo con la conducibilità più alta, ed è per questo che anche questo metallo fa molta presa sugli audiofili, per non parlare del fatto che è tra i più preziosi e rari metalli e quindi un po' di oro fa sempre la sua porca figura in un apparecchio hi-end.

Ma nel caso dei fili di rame, la presenza dell'argento è solo uno specchietto per le allodole. A parte il fatto che l'argento conduce solo poco più del rame, ma lo strato che avvolge il filo è così sottile da essere praticamente ininfluente. Molto spesso è sufficiente passare un'unghia per portare via lo strato. Esso non porta alcun beneficio per la conduttività, ne' per il contatto. In un collegamento USB poi, inutile dire che il fatto che il cavetto sia di uno 0,000% più conduttivo è assolutamente senza alcun significato. Beh, anche per un cavo di linea sarebbe la stessa cosa in effetti.

Una volta c'erano i cavi in puro rame OFC (oxygen free). Tutti gli audiofili volevano quelli (anche se il rame OFC è impiegato universalmente nell'industria a prescindere dagli audiofili), poi però non bastava più per aumentare i prezzi e allora qualcuno si è inventato il rame OCC. Naturalmente nessuno nell'industria ne sentiva l'esigenza, anche perchè tutti i fili sono già da decenni fatti con rame puro al 99.99% e sticazzi della "struttura granulare". In un documento che potete trovare su internet c'è questa figura chiarificatrice:

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]

E' abbastanza chiaro che il tipo alpha-OCC sia il migliore perchè ha la struttura granulare più fine.

Ottimo. Ma che vordì? Se il cavo conduce ugualmente bene la corrente elettrica, che mi importa della sua struttura granulare? Quali parametri fisici vengono migliorati con tale tecnologia?

La leggenda su cui si basa il marketing di questi cavi è che ciascun "grano" si comporta come una sorta di giunzione, con caratteristiche non lineari. Un po' come si vede nella figura qui sopra, gli elettroni avranno più difficoltà a passare in una struttura granulare più grossolana piuttosto che in una struttura più fine.

Attenzione che il termine "giunzione" utilizzato dai cavettari non è affatto casuale. Il modello a cui dovremmo credere, è quello di una catena infinita di giunzioni che compone il cavo nella sua lunghezza, e ciascuna giunzione è come quella di un diodo, con le sue non linearità. Inutile dire che tale modello è una puttanata galattica. Qualunque fisico si farebbe una grassa risata di fronte a questi "inventori".

Senza considerare che i cavettari sembrano vivere in un mondo a parte, dove esistono solo loro, con i loro cavetti, e basta. Ma all'interno di un amplificatore, di un dac, di un impianto, ovvero nel mondo reale, esistono i connettori e soprattutto le saldature. Un apparecchio elettronico è pieno di saldature (loro le chiamerebbero "giunzioni") e se fosse vero quello che dicono, già una sola saldatura basterebbe a vanificare qualunque cavo monolitico fatto di un unico pezzo di rame senza grani...

3) Tre strati di schermatura per migliorare l'isolamento dal rumore

Nulla di eclatante, poi bisogna vedere come sono fatti gli schermi.

4) Connettori: placcatura con oro 24K

L'oro non poteva mancare, come vi dicevo prima. Naturalmente il nichel sarebbe ancora meglio. Ma fa meno scena su un depliant pubblicitario. L'oro è sicuramente efficace per prevenire l'ossidazione del rame, e in un connettore questo è di fondamentale importanza. Il problema è che l'oro è estremamente costoso (molto più del nichel) e quindi il fabbricante tende a limitarne al massimo la quantità utilizzata, ovvero a minimizzare lo strato della placcatura. Ciò si traduce in una minore protezione del rame, soprattutto se il connettore è soggetto a molteplici connessioni-disconnessioni. Se lo spessore d'oro non è menzionato, vuol dire che è al minimo sindacale. Allora meglio il nichel, che può essere utilizzato in quantità maggiori e garantire una protezione superiore. Oltretutto, il nichel garantisce prestazioni superiori ad alta frequenza, e questo sarà sicuramente apprezzato dagli audiofili.

5) I migliori materiali smorzanti ed isolanti per garantire la migliore estensione in frequenza e il miglior bilanciamento tonale

Forse questo punto l'hanno copiato da qualche altro depliant, perchè difficilmente può essere rappresentativo di un cavo (USB, oltretutto). Ma tant'è, tutto fa brodo.
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25/8/2017, 18:30
fisch Ehehehe in pratica ti ho offerto gratis un calcio di rigore bleh
Sarei a questo punto curioso di capire quale cavo acquisteresti tu perché a meno di 20€ non ho trovato nulla con specifiche migliori del normale cavo stampante no

EDIT: che ne dici di QUESTO? fisch
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25/8/2017, 19:38
Oppure questo: link
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25/8/2017, 21:29
Però lunghezza minima 1,8mt. Se la lunghezza conta......
Forse meglio [url=Lindy 41580 - Cavo USB 2.0 Tipo A/B CROMO - 0,5m https://www.amazon.it/dp/b007pkpv7a/ref=cm_sw_r_cp_api_SLhOzbG5P0MHY]QUESTO[/url]

La ferrite è importante? Quello che uso io ne ha 2. Alcuni cavi la hanno, altri no.
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25/8/2017, 22:05
Non sono un cavofilo, anzi tendenzialmente sono scettico verso i miracoli promessi dai cavi milionari, specialmente verso quelli di alimentazione.

Per la USB a suo tempo presi questo:
https://www.amazon.it/Cavo-USB-WireWorld-Chroma-metro/dp/B00GULVGRY

Mezzo metro circa 30 euro, messo a confronto con quello della stampante (1 metro) non percepisco differenze.
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27/8/2017, 12:04
cotton ha scritto:Per la USB a suo tempo presi questo:
https://www.amazon.it/Cavo-USB-WireWorld-Chroma-metro/dp/B00GULVGRY

Mezzo metro circa 30 euro, messo a confronto con quello della stampante (1 metro) non percepisco differenze.

Ma qualcuno che le percepisce, queste differenze, ci sarà.

Giusto qualche giorno fa ho partecipato ad una discussione sul gruppo Audiophile Music Club, su facebook. Si discuteva del rodaggio dei cavi, e come puoi ben immaginare si sono create due fazioni contrapposte con pareri assolutamente inconciliabili. Di solito non scrivo mai in questi gruppi, mi limito a guardare le figure e ad ammirare gli oggetti che vengono di volta in volta proposti. Ma quella discussione era troppo roboante e sfacciatamente orientata su una visione stregonesca della cosa. Non sarei comunque intervenuto, ma qualcuno ha messo il link ad un argomento del Giardino Elettronico dove spiegavo perchè non ha senso parlare di rodaggio dei cavi. Il link è questo: Il rodaggio dei cavi.

Subito dopo, il fondatore del gruppo Carlo Elia ha replicato con poca eleganza e molta arroganza facendo diversi apprezzamenti nei miei confronti, che potete immaginare. Purtroppo rimarrà solo il ricordo di tale discussione, in quanto tutto è stato cancellato dal moderatore. Quello che rimane è composto solo da ciò che è scritto dai fedeli, con le certezze assolute di chi non ha nemmeno le basi dell'elettricità. Se qualcuno volesse dare un'occhiata, oltre che essere iscritto a facebook deve pure farsi iscrivere al gruppo e cercare "Leggende metropolitane: il rodaggio dei cavi".

Questo per dire che, se si da un'occhiata al numero di audiofili che credono nel rodaggio dei cavi, e che sono convinti di sentire differenze nel corso del tempo per via di tale fenomeno, allora ci si rende conto del motivo per cui i venditori di cavetteria assortita possono permettersi prezzi lunari per i loro prodotti. Il prezzo è determinato da quanto un cliente è disposto ad accettare pur di soddisfare le proprie illusioni.

E poichè è inutile combattere contro i mulini a vento, i cavettari hanno già vinto in partenza. Finchè permarrà questa situazione di ignoranza e oblio, a poco serviranno i tentativi di dissuasione nei riguardi di un atteggiamento autodistruttivo, per se' e per la categoria tutta.

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27/8/2017, 12:20
La questione è vecchia e abbastanza ritrita. Io credo che geometrie e materiali diversi creino suoni diversi, che sono percepibili. Da qui a dire che un suono sia più corretto dell'altro ne passa... Credo altresì che se si percepiscono differenze ripetibili non sempre le misure a noi note siano in grado di descriverle appieno...
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27/8/2017, 13:06
In parte potrei essere d'accordo, riferito ai soli cavi di segnale però (rca ad esempio, dove la geometria e materiali potrebbero cambiare i valori di capacità ed induttanza dei cavi e portare delle colorazioni piú o meno gradevoli al gusto del proprietario dell'impianto (ammesso e concesso che effettivamente sia così)

Riguardo a quelli di alimentazione invece io sono scettico, mi dispiace.
Molte volte penso a quelli che gridano al miracolo cambiando i cavi di alimentazione dei propri apparecchi (l'ultimo metro?) quando poi fino alla presa hanno l'intero appartamento cablato con chilometri di volgarissimo filo da elettricista (come tutti).
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27/8/2017, 13:21
Per dirimere la questione sarebbe utile ricorrere all'inossidabile sistema del doppio cieco, con un arbitro neutro in cabina di regia.
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27/8/2017, 13:41
Edmond ha scritto:La questione è vecchia e abbastanza ritrita. Io credo che geometrie e materiali diversi creino suoni diversi, che sono percepibili. Da qui a dire che un suono sia più corretto dell'altro ne passa... Credo altresì che se si percepiscono differenze ripetibili non sempre le misure a noi note siano in grado di descriverle appieno...

Non discuto sul fatto che coloro che hanno una buona capacità di concentrazione durante l'ascolto possano percepire differenze anche sottili. La cosa è valida anche per quelli come me che non credono nell'influenza dei cavi. Se mi metto ad ascoltare con attenzione, posso percepire le differenze tra una presa di corrente a 220V e l'altra. Quello che voglio dire è che la questione non è imperniata sulle percezioni - che ci sono indubbiamente - ma sulla causa di queste e sulla loro aderenza alla realtà. Molto spesso infatti tali percezioni sono evanescenti, e la loro incidenza sul risultato finale è così minima che non si capisce come gli si possa attribuire così tanto valore.

Eppure si è disposti a pagare un cavo centinaia o migliaia di euro.

Sono riuscito a ritrovare un'articolo riguardante un cavo Audioquest. Purtroppo l'articolo è della rivista Suono. Dico purtroppo perchè credo che rappresenti il punto più basso mai raggiunto da tale rivista.

http://www.audioquest.com/pdfs/articles/SuonoReview.pdf

La recensione riguarda una nuova presunta tecnologia inventata da Audioquest, applicata su due cavi in prova, il Kilimanjaro e il Cheetah. Il primo cavo è di potenza per diffusori mentre il secondo è un cavetto di linea bilanciato.

Il Kilimanjaro è un cavo per diffusori dal costo, dieci anni fa, di appena 7.822 Euro di listino.

La lettura della recensione è molto istruttiva, soprattutto nella parte intitolata "Ecco perchè il DBS".

La parte "tecnica" infatti segue la consueta metodologia che giustifica il prodotto:

1) si crea un problema

Il problema in questo caso è creato dall'affermazione  

L’isolante è causa di “ritardo nella propagazione”,che è misurato come
una percentuale della velocità della luce,e causa slittamenti di
fase.Se tutto il segnale fosse rallentato esattamente nello stesso
modo,l’integrità del segnale (e di quello che ascoltiamo) sarebbe
salva.Però,quando le molecole del materiale isolante sono
elettricamente disorganizzate,il ritardo causato dall’isolante
è differente per ogni frequenza e per ogni livello di segnale.Un
numero quasi infinito di slittamenti di fase corrompe il contenuto
del segnale.


2) si fa riferimento al fatto che tale problema è ben conosciuto sin dagli albori dell'audio, e che tutti gli audiofili sono coscienti di tale problematica ritenendola irrisolvibile

3) si snocciolano tutta una serie di aneddoti che testimoniano gli studi e gli esperimenti fatti nel corso di decenni

4) si presenta la soluzione; in questo caso una semplice batteria al litio da 24 volt

5) si fa pubblicare tutto da una rivista compiacente e ben oliata, con un bell'articolo che conferma le straordinarie dote sonore del nuovo prodotto

Naturalmente tutto il castello si poggia sulla base dell'assunto al punto 1), ovvero che tale problema esista davvero e che sia così nefasto da giustificare il costo del cavetto.

In linea di massima, quello che è scritto al punto 1) corrisponde al vero, ma se si circoscrive il problema alle frequenze della banda audio, ovvero da 20Hz a 20KHz, e alle lunghezze dei cavi usati in ambito domestico, si scopre che gli sfasamenti provocati dal dielettrico a quelle frequenze sono così piccoli da essere praticamente nulli. Infatti, tale problema degli sfasamenti (ma in realtà il vero problema è il ritardo causato dalla costante dielettrica) riguarda i segnali radio, e la matematica è ampiamente utilizzata nell'ambito delle linee di trasmissione ad alta frequenza. https://en.wikipedia.org/wiki/Electrical_length

Come possono degli sfasamenti così piccoli da essere trascurabili creare un problema per l'audio?

Non possono, punto. Ma ingigantire il problema serve a giustificare una tecnologia nuova applicata ad un cavetto, che così si può far pagare a peso d'oro. Da questo punto di vista c'è poca differenza tra un produttore di cavi esoterici e il mago Otelma.

Il mercato dei cavi è pieno di questa pseudo-scienza, e di questa pseudo-tecnologia che serve solo a giustificare gli elevati costi. Metalli e leghe speciali, geometrie, dielettrici particolari, connettori ricavati dal pieno: tutto è funzionale per colpire la fantasia dell'audiofilo.

E il dramma è che i cavettari hanno plasmato così in profondità le menti che i danni ormai sono quasi irreversibili. Per questo oggi non c'è impianto che non abbia i suoi costosissimi e ridicoli cavi a forma di pitone. E chi non segue la regola, non è considerato degno di minima attenzione.
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27/8/2017, 13:51
Aggiunto il punto 5) che mi ero dimenticato di scrivere. grande sorriso grande sorriso
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27/8/2017, 16:17
Alex, sono d'accordo con te in linea generale. Troppi prodotti "miracolosi" si basano sul primo principio della pubblicità: "se un prodotto costa molto va bene per forza". Però esistono cavi che per materiali e schemi progettuali funzionano meglio di altri. Questo avviene in ogni campo tecnico. Che poi esista un limite oltre il quale la "fede" batte la scienza a prescindere siano altrettanto d'accordo.

Riguardo all'affermazione di Cotton sui cavi di alimentazione, paradossalmente l'effetto di un buon cavo di alimentazione è maggiore in un impianto modesto piuttosto che in uno elettricamente perfetto...
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29/8/2017, 11:26
Alex il tuo pensiero vale anche per il cavo delle cuffie?
O in questo caso un cambio può portare benefici al suono? So che molti si lamentavano del cavo stock di hifiman
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30/8/2017, 00:57
AndreaFx ha scritto:Alex il tuo pensiero vale anche per il cavo delle cuffie?
O in questo caso un cambio può portare benefici al suono? So che molti si lamentavano del cavo stock di hifiman

Con i cavi cuffia il discorso è diverso, in quanto entrano in gioco delle problematiche che normalmente non sono importanti. Ad esempio, per un cavo cuffia è importantissimo che non trasmetta facilmente i rumori di sfregamento, quindi deve essere morbido ma nello stesso tempo resistente agli strappi.

La Sennheiser per le sue cuffie usa cavi abbastanza sottili e flessibili, e in alcuni casi il metallo usato per i conduttori non è nemmeno il rame, ma una lega acciaiosa ben più robusta. Il rovescio della medaglia è la resistenza più elevata che così si viene a interporre tra la cuffia e l'ampli, di diversi ohm, ma per cuffie ad alta impedenza tale resistenza influisce poco. Una volta ho misurato la resistenza del cavo della HD650, ed era circa di 5 ohm, un valore enorme per un cavo di rame di 2 metri di lunghezza.

Questo per dire che con le cuffie la faccenda del cavo diventa più complessa. Normalmente, la resistenza del cavo influisce poco in quanto è quasi sempre il rame ad essere utilizzato, qualche volta sotto forma di filo litz. A differenza di quanto si crede però il filo litz non è per migliorare la resa alle alte frequenze in quanto l'effetto pelle (invocato a sproposito) comincia ad essere significativo a frequenze più elevate della banda audio e per diametri del conduttore superiori a 1 mm.

Comunque, basta tener presente che, più bassa è l'impedenza della cuffia, e più bassa deve essere la resistenza del cavo. Ciò non rappresenta un problema ovviamente, qualora si usi il rame e un diametro complessivo sufficiente, ma se un cavo viene appositamente realizzato per essere più resistivo allora può diventare un elemento in grado di influenzare le caratteristiche di smorzamento elettrico della cuffia.

La capacità del cavo di solito non influisce (per via delle basse impedenze in gioco) ma se supera determinati valori può creare delle risonanze e persino mettere in crisi l'amplificatore. Fare attenzione quindi ai cavi particolarmente pitonati e alle geometrie strane.

Il miglior cavo per cuffia è quello che, per via della sua bassa resistenza e capacità, influisce meno sulle prestazioni, ed è sottile e flessibile. Ciò non toglie che si può decidere di usare un cavo appositamente studiato per introdurre resistenza nel collegamento in modo da controbilanciare una cuffia dallo smorzamento eccessivo in gamma medio-bassa.

Naturalmente in questo discorso entra in gioco anche il fattore di smorzamento dell'amplificatore, e quindi ogni situazione fa storia a se', rendendo di fatto l'interfacciamento ampli/cuffia una faccenda piuttosto variegata.
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30/8/2017, 01:14
Il cavo della HiFiMAN HE-6 era un dramma. Fatto di un filo piuttosto rigido intrecciato, era molto rumoroso, rigido e scomodo. Poi il marchio cinese ha capito che era il caso di cambiare, e nelle cuffie successive ha modificato i cavetti, anche se tuttora, persino con la HE1000 da 3000 Euri suonati, il cavo è un elemento piuttosto deludente, per via della sua tendenza a formare pieghe e ad essere ancora troppo rigido.

Per non parlare del fatto che oggi tutte le cuffie di un certo livello devono per forza avere il cavo intercambiabile. Di solito i connettori sul corpo cuffia lasciano a desiderare per qualità di contatto (anche sulle cuffie top, e la HE1000 non fa eccezione), ma laddove i cuffiofili sono così schizzinosi con il minijack da 3.5 mm su un ampli, lo tollerano benissimo persino da 2.5 mm sulle loro cuffie. Naturalmente ad un contatto imperfetto nessun cavo, anche da migliaia di euro, potrà porre rimedio.

I costruttori delle cuffie hi-end, a riguardo dei cavi, dovrebbero imparare dai produttori di microfoni e cuffie professionali: basta prendere in mano il cavetto di un microfono per capire come in quel settore l'attenzione per i particolari che contano veramente siano più importanti delle convinzioni audiofile.
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30/8/2017, 09:15
Alex, un cavo per cuffia realizzato con mogami 2534 come lo giudichi?

Messo al confronto con cavo stock hifiman ad esempio.
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30/8/2017, 09:37
Le mie hifiman come cavo hanno QUESTO.
La costruzione non sembra malaccio......non so però se si potrebbe far meglio con dell'altro
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30/8/2017, 09:57
cotton ha scritto:Alex, un cavo per cuffia realizzato con mogami 2534 come lo giudichi?

Messo al confronto con cavo stock hifiman ad esempio.

Mi sembra ottimo, sicuramente migliore del cavo HiFiMAN.
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30/8/2017, 10:50
AndreaFx ha scritto:Le mie hifiman come cavo hanno QUESTO.
La costruzione non sembra malaccio......non so però se si potrebbe far meglio con dell'altro

Ma sono stock o sono originali HiFiMAN?
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30/8/2017, 11:22
bandAlex ha scritto:
Ma sono stock o sono originali HiFiMAN?

In che senso stock o originali? Già avevano quel cavo nella loro scatola originale. Non ho dovuto acquistarlo a parte. Arrivano da un rivenditore inglese.....non so se questo possa influire. 
Come pad in originale avevano i velluto. In più, a parte, ho i focus....che però mi sanno di cinesata dry
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