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Parliamo di cavi

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4/10/2016, 09:26
Se poi lo schermo del cavo di alimentazione lo colleghiamo al cabinet metallico dell'apparecchio, la frittata è fatta: le capacità parassite faranno sì che qualunque schifezza presente sulla rete si scaricherà sul cabinet, inquinando la massa con effetti imprevedibili.

Pensateci, prima di comprare un costosissimo cavo di alimentazione schermato...
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4/10/2016, 14:56
Grazie! ora ho le idee più chiare! e cosa si può dire dei connettori da usare (schuko e connettori da pannello), se come si è detto la caratteristica importante che deve avere il rame costituente il cavo deve essere un'adeguata resistività, come ci si regola per le connessioni? vanno bene quelle reperibili in un comune emporio elettrico o può essere utile scegliere qualcosa di qualitativamente superiore? ovvero le connessioni possono rappresentare in qualche maniera un "collo di bottiglia" nel trasporto dell'energia elettrica?
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4/10/2016, 15:20
Per quanto riguarda spine e prese è sufficiente acquistarle da rivenditori qualificati, i quali sono obbligati a rivendere solo i prodotti che rispettano tutte le normative di sicurezza. In generale, ad un prezzo superiore corrisponde una qualità costruttiva (o un'estetica) superiore, ma tale differenza è difficile che possa apportare benefici per le apparecchiature audio che utilizziamo in ambito domestico.
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4/10/2016, 18:39
ma non entrano in gioco la resistività elettrica o altri fattori a seconda del materiale impiegato come conduttore all'interno delle spine? voglio dire: i conduttori fase/neutro/terra all'interno del cavo sono fatti di rame, ed è importante che abbiano un valore di resistività basso se non ho capito male. Il materiale conduttore delle spine non è rame, è un materiale diverso credo e sono pure tutte cromate (o quello che è... non è comunque rame a vista...), quindi il valore di resistività  sarà diverso. Da qui il mio dubbio, i parametri elettrici delle terminazioni non sono uguali a quelli del cavo. Sto dicendo corbellerie? o forse sono fattori del tutto trascurabili?
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4/10/2016, 18:46
Sono fattori del tutto trascurabili.
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5/10/2016, 13:41
the Crimson King ha scritto:ma non entrano in gioco la resistività elettrica o altri fattori a seconda del materiale impiegato come conduttore all'interno delle spine? voglio dire: i conduttori fase/neutro/terra all'interno del cavo sono fatti di rame, ed è importante che abbiano un valore di resistività basso se non ho capito male. Il materiale conduttore delle spine non è rame, è un materiale diverso credo e sono pure tutte cromate (o quello che è... non è comunque rame a vista...), quindi il valore di resistività  sarà diverso. Da qui il mio dubbio, i parametri elettrici delle terminazioni non sono uguali a quelli del cavo. Sto dicendo corbellerie? o forse sono fattori del tutto trascurabili?

Ancora un po' a bazzicare questo forum e TCK ci fa una conferenza sull'effetto Volta e la fisica del contatto   huh
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Parliamo di cavi - Pagina 2 Empty Come funzionano i cavi di alimentazione

23/10/2016, 13:17
Proprio oggi mi sono imbattuto in questo video, il cui link è stato messo su facebook, con tanto di commento "studiate!".

L'invito scritto nel commento è ovviamente rivolto ai cosiddetti "cavo-scettici", e chi lo ha messo è ovviamente un "cavo-credente".

Vi consiglio di vederlo, poi ne parliamo di seguito.



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23/10/2016, 16:22
Bene, ora che avete studiato, possiamo parlarne.

Innanzitutto vi faccio notare una cosa, apparentemente di poco conto: nello schema disegnato sulla lavagna non compare il trasformatore di alimentazione, e la cosa è abbastanza strana visto che tale componente è forse il più importante in un alimentatore. Vedremo poi che c'è un motivo ben preciso per cui il trasformatore non è stato considerato. Tra parentesi quadre è indicata la posizione nel video dei punti che si discutono.

Il video parte con una affermazione decisamente imbarazzante [1:47, la corrente non è tutta uguale], imbarazzante in quanto la corrente elettrica è una grandezza fisica e non prevede tipologie particolari, ma poi si scopre che in realtà l'affermazione fa riferimento all'andamento della corrente, che può essere continuo oppure alternato. In sostanza, la corrente continua si comporta in un modo e la corrente alternata in un altro. Sebbene tale affermazione sia vera, essa è fuorviante in quanto gli effetti che dovrebbero interessarci dipendono dalla frequenza della variazione, ed entro limiti ben precisi le differenze tra continua e alternata sono da considerarsi nulle e cambia solo la quantità di energia trasportata e il modo di calcolarla.

Il riferimento all'effetto pelle (che nel video non è mai nominato) è abbastanza esplicito [2:43] e l'intento è quello di giustificare con tale effetto l'influenza dei cavi di alimentazione sulle apparecchiature. Per fare questo, l'autore si addentra nella disamina di un circuito di alimentazione, con tanto di raddrizzatore e condensatori di livellamento (dimenticandosi però del trasformatore).

L'effetto pelle è quel fenomeno per cui, all'aumentare della frequenza, la corrente tende a circolare sempre più alla periferia del conduttore (la "pelle", appunto), con la conseguenza che la resistenza del cavo aumenta come se il cavo fosse di diametro inferiore. Ci sono tabelle precise che quantificano l'effetto pelle, per ogni tipo di metallo (rame, oro, argento, ferro, piombo, etc.).

Per nostra fortuna però, l'effetto pelle, considerando i diametri dei conduttori utilizzati in ambito audio, non ci riguarda minimamente. Infatti, per frequenze fino a circa 50 KHz (quindi ben al di là della banda audio) e per diametri del conduttore inferiori a circa 1 mm, l'effetto pelle è trascurabile e può tranquillamente essere ignorato.

Questo è il motivo per cui i normali cavetti audio, i cavi per le cuffie, e persino i cavi digitali USB (dove le frequenze sono ben più alte della banda audio) non tengono in considerazione l'effetto pelle. Un altro motivo è che le correnti in gioco sono molto basse e quindi, anche se l'effetto pelle dovesse far aumentare di poco la resistività del conduttore, la caduta di tensione sarebbe comunque trascurabile.  

Per i cavi di alimentazione l'effetto pelle è quello che dovrebbe essere provocato da una frequenza di 50 Hz. Ma spesso anche qui il diametro dei fili non supera quasi mai il millimetro, oppure lo supera di poco, e solo per apparecchiature che assorbono tanta corrente, come i finali da centinaia di watt. In tutti quei casi in cui il conduttore è di piccolo diametro (praticamente tutti i cavi che abbiamo in casa), l'effetto pelle non esiste e quindi non possiamo considerarlo una giustificazione seria per l'eventuale influenza di un cavo di alimentazione sulla resa di un'apparecchiatura audio.

Per avere un'idea quantitativa di ciò di cui si parla, questo è il link a un calcolatore dell'effetto pelle:
http://chemandy.com/calculators/round-wire-ac-resistance-calculator.htm

Se provate a inserire come frequenza 0.1 MHz (100 KHz), una lunghezza di 2 metri, e un diametro del filo di 1.5 mm, vedrete come la resistenza totale in AC del cavo (compreso l'effetto pelle) è di... 0.03975 ohm. Lo stesso cavo, in continua avrebbe una resistenza di 0.019 ohm.

Quindi ditemi: una differenza di 0.02 ohm dovuta all'effetto pelle può essere considerata un problema per un cavo di alimentazione? Diciamo che il  problema ce l'ha l'autore del video, che vorrebbe convincerci che esiste un problema.

Al punto [3:02] del video si fa accenno agli elettrodotti (le linee ad alta tensione della rete elettrica) e si dice che i cavi "sono vuoti", sono dei tubi proprio per via dell'effetto pelle. Anche se è vero che l'effetto pelle è tenuto in considerazione negli elettrodotti, i cavi non sono affatto vuoti, come si può vedere qui: https://it.wikipedia.org/wiki/Elettrodotto

E negli elettrodotti i cavi non sono nemmeno di rame, ma di alluminio. Nonostante la resistività dell'alluminio sia superiore a quella del rame, esso è più leggero e rende più semplice ed economico realizzare le strutture di sostegno delle linee. E all'interno dell'alluminio c'è un cavo di acciaio, che serve a dare la necessaria robustezza.

Il motivo per cui l'effetto pelle non è trascurabile negli elettrodotti è dato dalle enormi lunghezze delle linee, e dalle alte correnti che esse trasportano. Una situazione ovviamente molto diversa dall'ambito domestico.

Il video prosegue con l'accenno di segnali a "banda molto larga" [3:58] che si distribuiscono su frequenze molto diverse, che vanno dalle decine di hertz alle decine di migliaia di hertz e oltre.

Già non è facile giustificare la presenza, all'interno di un amplificatore, di frequenze di decine di migliaia di hertz e oltre, visto che la banda audio si ferma a 20 KHz. E anche considerando le famose armoniche, dubito che un giradischi o un lettore CD possano mandare fuori frequenze più alte, nel primo caso perchè la testina del giradischi non può fisicamente per motivi meccanici, nel secondo perchè il filtro digitale blocca tutto ciò che è sopra i 20 KHz.

Ma ammesso di trovare segnali a frequenza più elevata dentro all'amplificatore, dobbiamo vedere se tali segnali li troviamo al di fuori, ovvero sul cavo di alimentazione. Ed è per questo motivo che il video poi prosegue con l'analisi dell'alimentatore, accennando alla tensione di ripple (Vr) e alla corrente di carica dei condensatori.

La tensione di ripple è una tensione alternata che si sovrappone alla tensione continua di alimentazione quando l'alimentatore ha un carico collegato. Tale tensione (Vr) è dovuta alla scarica (e alla successiva ricarica) dei condensatori quando il carico assorbe corrente, e maggiore è tale corrente (ad esempio in un pieno orchestrale) e più alta sarà la Vr. Inutile dire che la Vr è tenuta in conto in fase di progettazione, e si fa in modo che il suo livello rimanga entro limiti tali da non arrecare danni. Di solito, in un amplificatore, nei momenti peggiori la Vr può arrivare a 2 o 3 Volt efficaci, ed è per questo che di solito gli stadi di preamplificazione e gain sono alimentati con degli stabilizzatori, in modo tale che il ripple non possa raggiungerli.

Che frequenza ha questa tensione di ripple? 100 Hz, ovvero il doppio della frequenza di rete.

Per le argomentazioni del video, molto più importante sarebbe la corrente di carica dei condensatori, che può essere assimilata ad una serie di impulsi molto brevi e con una corrente molto elevata. Ma tale corrente si riflette semplicemente in una richiesta di corrente al trasformatore (che non compare nel video), che a sua volta la gira alla rete elettrica.

Pur essendo questi impulsi piuttosto insidiosi, il trasformatore di per se' rappresenta una barriera, perchè esso ha una banda passante molto limitata, e quindi gli impulsi saranno attutiti e sul cavo di alimentazione non possono più esercitare alcuna influenza. Diciamo che fino a qui, delle fantomatiche "armoniche" non abbiamo alcuna traccia.

Ma che succede quando l'amplificatore deve improvvisamente erogare più corrente sul carico, ad esempio per un colpo di grancassa? Succede questo: la corrente necessaria viene rilasciata dai condensatori di livellamento. Sono loro infatti quelli preposti ad erogare corrente durante i transienti. Successivamente, i condensatori si ricaricano tramite la corrente di carica di cui abbiamo già parlato e il ciclo prosegue.

Del colpo di grancassa, nonostante gli sforzi dell'autore del video, sul cavo di alimentazione non vi sarà traccia.

E questa è una enorme fortuna per noi audiofili: se per i transienti dovessimo affidarci al trasformatore e alla linea elettrica, sarebbe un disastro. Tra l'altro, questo spiega perchè i condensatori sono così importanti.

La conclusione è che, come già scritto nei post precedenti, sul cavo di alimentazione non viaggia alcun segnale; al massimo possono esserci delle variazioni sulla corrente assorbita, soprattutto se l'ampli è sotto test con segnali sinusoidali statici, che stressano l'alimentatore più del dovuto.

Purtroppo quel video è disinformazione allo stato puro, prende in giro gli audiofili convincendoli ad investire sul cavo di alimentazione facendo leva sul fatto che normalmente un audiofilo non ha le conoscenze tecniche per ribattere.
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23/10/2016, 17:57
Grazie per la disamina del video. Però la domanda resta sempre quella, al di la delle condizioni fisiche della corrente di alimentazione: perchè cavi diversi suonano in modo diverso? Non è una questione di adattamento del cervello, basta collegare ascoltare 5 minuti, collegare un altro cavo ed ascoltare... Le differenze si sentono, anche in maniera abbastanza evidente.

Non discuto sul fatto che si senta meglio o peggio, semplicemente differentemente... L'effetto è particolarmente leggibile con le cuffie... Attendo qualche nota! smile
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23/10/2016, 18:44
Edmond ha scritto:Grazie per la disamina del video. Però la domanda resta sempre quella, al di la delle condizioni fisiche della corrente di alimentazione: perchè cavi diversi suonano in modo diverso? Non è una questione di adattamento del cervello, basta collegare ascoltare 5 minuti, collegare un altro cavo ed ascoltare... Le differenze si sentono, anche in maniera abbastanza evidente.

Non sono un conoscitore dei meccanismi della mente umana, e quindi non so spiegarti perchè alcuni sentono differenze tra un cavo e l'altro.

Io non ho dubbi sul fatto che tali differenze vengano percepite, e ho smesso da tempo di chiedermi il perchè. Osservo la cosa con la stessa curiosità con cui osservo alcuni giocare al superenalotto convinti che prima o poi si possa vincere. E parlo da persona che in passato ha dato molto peso alle proprie percezioni, credendo di essere infallibile. Ora cerco di evitare gli stessi errori usando un approccio diverso, e quel minimo di esperienza che mi consente di capire quando la strada che percorro è insidiosa. Se cambio un componente ad un circuito che sto ascoltando, ad esempio, evito di fare misure per non ingenerare un bias. Semmai le faccio dopo, e se davvero qualcosa è migliorato allora vado avanti.

Un altro esempio è di questi giorni, e riguarda il dac su cui sto lavorando. Alcune tecniche migliorative per l'utilizzo del TDA1541 sono universalmente accettate su internet, eppure su una di queste sto avendo qualche dubbio, e finora non ci ho mai messo le mani perchè è come se il mio cervello facesse fatica ad accettare l'evidenza pur di non contraddire l'opinione comune. Finchè uno se ne accorge, magari in ritardo ma alla fine imbocca la strada giusta. Il problema è quando da perfetti inconsapevoli si prosegue senza mai analizzare a fondo se davvero c'è un senso in quello che facciamo.
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23/10/2016, 21:21
tra l'altro anche i cavi usb e coassiali suonano in modo differente, eppure portano solo dati... Alex che ne pensi a riguardo?
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24/10/2016, 00:11
Biscottino ha scritto:tra l'altro anche i cavi usb e coassiali suonano in modo differente, eppure portano solo dati... Alex che ne pensi a riguardo?

Guarda, con i cavi di segnale il discorso è diverso rispetto a quelli di alimentazione. Anche in quelli USB in fondo il passaggio del segnale c'è, anche se digitale. E quindi un qualche tipo di influenza si può ipotizzare. Ma proprio in questi giorni sto usando tutti i tipi di connessione digitale, la TOSLINK (ottica), la SP-DIF su coassiale e la USB. Avendo in casa il Q-DAC che oltre agli ingressi ha anche le uscite ottica e coassiale, ho la possibilità, da un flusso USB di avere lo stesso flusso anche in ottico e SP-DIF. Questo mi permette di fare confronti con vari dac con lo stesso segnale. Ebbene, usando lo stesso dac, mai nessuna differenza ho riscontrato commutando tra i vari tipi di connessione. E in questo caso devi considerare che non cambia solo il cavo, ma proprio la tipologia e quindi dovrebbe essere più probabile qualche piccola differenza. E invece niente, zero, nisba. Forse sono io ad essere sordo...

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24/10/2016, 05:52
Alex, non può essere un limite della macchina, e cioè che c'è una volontà di far suonare tutto allo stesso modo?
io sul mio dac le differenze le percepisco tra un ingresso ed un altro, e utilizzo cavi tutto sommato economici, Atlas usb e coax per un investimento di 50€ a cavo!
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24/10/2016, 05:58
Hai abbandonato i cavi costosi, Sal? Anche sul Bricasti?
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24/10/2016, 13:37
Yess, uso usb Atlas e coassiali Ecosse e Atlas, 50€ X cavo,, avevo il Total dac ma l'ho venduto,, idem altra roba costosa,, di segnale uso 'L'ultimo cavo" ,, 

http://www.referencelaboratory.com/web/index.php?mod=read&view=cd&id=Ultimo-Cavo_it&lang=it
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24/10/2016, 14:11
Tutto XLR? Sono interessanti?
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24/10/2016, 16:42
Rca e Xlr, si, sono cavi interessanti perché rispetto ad altra roba provata, senza tener conto del prezzo, "fanno passare" tutto e non costano una fucilata, l'rca per esempio da 180cm viene una 50a di €u.
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27/10/2016, 22:28
Se lo ritenete utile...
http://mariobon.com/Articoli_nuovi/680_cavi.htm
http://mariobon.com/Articoli_nuovi/678_Mitici_cavi.htm
http://mariobon.com/Articoli_nuovi/679_cavi_in_generale.htm
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28/10/2016, 14:36
Biscottino ha scritto:Alex, non può essere un limite della macchina, e cioè che c'è una volontà di far suonare tutto allo stesso modo?
io sul mio dac le differenze le percepisco tra un ingresso ed un altro, e utilizzo cavi tutto sommato economici, Atlas usb e coax per un investimento di 50€ a cavo!

In realtà dovrebbe essere esattamente il contrario, cioè se si sentono differenze tra un ingresso e l'altro bisogna insospettirsi e cercare di capire perchè.

Se tra l'ingresso coassiale e, poniamo, l'ottico toslink si sentono differenze così evidenti da essere facilmente percepibili, uno dei due ingressi non lavora in modo corretto, oppure fa qualcosa che non deve fare.

Se ciò accade, stabilire quale degli ingressi sia "migliore" non è per niente facile, perchè non possiamo sapere come è realmente la registrazione, a meno di non avere un riferimento. Se invece le differenze non sono nette, entra in gioco la nostra percezione con tutto il bagaglio di preconcetti e pregiudizi che sappiamo.

Per avere la certezza bisognerebbe usare degli strumenti che normalmente non si hanno a disposizione, come ad esempio un analizzatore di spettro, o un analizzatore logico, e sapere cosa andare a cercare.

Ad esempio, oggi è ormai entrato nella testa dell'audiofilo che l'ingresso ottico è da evitare perchè sottopone il segnale ad una conversione ottico/elettrica e bla bla bla bla... quindi tutti passano per il coassiale, o la USB.

E' meglio l'ottico che deve convertire un segnale luminoso, ma che mantiene le masse separate tra le apparecchiature, o il coassiale che non deve convertire ma che non isola la massa e quindi può potenzialmente inquinare il segnale con il rumore dovuto a eventuali ground loop o alla porcheria presente sulla massa del dac?

Pick your poison.

E poi c'è il jitter, ovviamente. Di cui tutti parlano, ma che pochi sanno esattamente cosa sia. E nessuno lo ha mai sentito ovviamente.

Nel senso che nessuno sa dire che cosa fa il jitter e come si riconosce "a orecchio".

Tutti sappiamo riconoscere una distorsione da incrocio, una intermodulazione, o un rumore di fondo elevato, perchè se superano una certa soglia sono facilmente riconoscibili. Ma il jitter? C'è qualcuno che l'ha mai sperimentato? Quale soglia deve raggiungere il jitter per essere udibile? Come si fa a sapere se i nostri segnali hanno troppo jitter?

A dispetto del fatto che pochi sappiano cos'è veramente, il jitter è diventato il nemico mortale dell'audiofilo che si avvicina al digitale, e ogni marchio che si rispetti ha la sua soluzione miracolosa per eliminarlo, o quanto meno minimizzarlo. Clock atomici, cristalli in iridio, circuiti spaziali, e così via.

E così, fino agli anni '90 nessuno se l'era mai filato il jitter e il mondo dell'audio non si era mai posto il problema (nonostante il fatto che il digitale fosse già in uso da decenni). Poi improvvisamente è scoppiata l'epidemia di jitter e tutti hanno cominciato ad avere i primi sintomi, il primo dei quali è stato l'uso smodato e apparentemente casuale di tale parolina misteriosa.

Per questa piccola parolina si sono sventrati lettori cd, con interventi improbabili su circuiti perfettamente funzionanti, cambiate meccaniche, installati schermi, sostituiti alimentatori, messi i cristalli, tolti i cristalli, etc. etc. etc.

Il jitter è una di quelle cose che, per via del fatto che non si sente (e non si vede) è in grado di influenzare la vita dell'audiofilo in maniera drammatica, costringendolo a cambiare pezzi del suo impianto, a modificare qui e là, a spendere vagonate di soldi pur di avere una certezza che non potrà mai avere (o verificare). grande sorriso

Quindi...

quando sento parlare di differenze tra cavo rosso e cavo verde, o tra coassiale e ottico, tra USB di tuo cugino e USB di tua sorella, il mio livello di attenzione cala paurosamente, allo stesso livello che mantengo quando sento parlare di calcio al bar o dal barbiere.

Il mio consiglio è: dedicatevi alle differenze vere. Alle differenze che esistono tra apparecchi nel loro complesso e tra le cuffie, o le casse. Tali differenze sono spesso così enormi e maestose da sommergere e far sparire qualunque nano-differenza causata da un cavo o un ingresso tizio piuttosto che caio.
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29/10/2016, 05:10
Continuo a non capire, tu dici che in qualunque modo io entri nel mio dac, dovrei sentire sempre "uguale"?
Cioè, nel dettaglio, io ho una meccanica Lector, secondo quanto affermi, io dovrei sentire sempre uguale sia se entrò in coassiale, ottico o addirittura XLr?
Stessa cosa se dal PC esco in usb con 2 cavi di qualità diversa o se esco con una pennetta e con successivo coassiale?
Mettiamola così, il risultato cambia, e non mi importa quale sia il motivo, semplicemente uso la connessione che ad orecchio mi piace di più.
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29/10/2016, 06:09
....in ogni caso, sono d'accordo con l'ultimo periodo da te scritto, le differenze "vere", le fanno gli apparecchi, i cavi ed altri ammennicoli hiend servono solo a far spendere soldi a persone che cercano dai cavi prestazioni migliorative che invece dovrebbero trovare nei loro apparecchi.
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29/10/2016, 10:46
Il discorso fila solo se usb ottico e coax nello stesso apparecchio fossero curati allo stato dell'arte ma non é mai cosi e quindi ogni ingresso altera le prestazioni pure del dac in misura diversa e puó piacere uno piú di un altro.
C'é poi da dire che lo stream dal pc puó cambiare anche in funzione di come lo veicoliamo questo sempre perché la base del discorso di Alex é del tutto teorica mentre le cose in pratica sono un po diverse é anche ovvio che tra un dac da 100 euro e uno da 1000 non sara l'ingresso o il cavo a renderli confrontabili.
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29/10/2016, 16:53
dankan73 ha scritto:Il discorso fila solo se usb ottico e coax nello stesso apparecchio fossero curati allo stato dell'arte ma non é mai cosi e quindi ogni ingresso altera le prestazioni pure del dac in misura diversa e puó piacere uno piú di un altro. C'é poi da dire che lo stream dal pc puó cambiare anche in funzione di come lo veicoliamo questo sempre perché la base del discorso di Alex é del tutto teorica mentre le cose in pratica sono un po diverse é anche ovvio che tra un dac da 100 euro e uno da 1000 non sara l'ingresso o il cavo a renderli confrontabili.

E' certamente vero che in un determinato apparecchio gli ingressi potrebbero non essere stati progettati con la stessa cura, oppure semplicemente utilizzare componenti di classe diversa. A volte basta il singolo chip che gestisce l'ingresso ad essere fatale.

Ad esempio, nel mio cd player Marantz, che faceva anche da dac, ricordo che la USB aveva una resa sonica decisamente inferiore rispetto allo stesso brano riprodotto da cd.

Ma sono casi abbastanza isolati, e di solito la differenza è tra USB e altri ingressi, proprio perchè è frapposto un ulteriore chip di conversione che potrebbe non essere all'altezza, per non parlare del driver che gira sul pc.

Ma tra ottico e coassiale SP-DIF parliamo dello stesso segnale, che all'interno dell'apparecchio segue lo stesso identico percorso. L'unica differenza tra coassiale e ottico è l'interposizione del ricevitore ottico su quest'ultimo, dubito che si possa sentire tale interposizione a orecchio, visto che il ricevitore non esegue alcuna elaborazione, il massimo che può fare è aggiungere un po' di... jitter.

Jitter che però, nella maggior parte delle macchine di un certo livello, viene abbattuto dal successivo reclocking.

E quindi torniamo al punto di partenza: non ci sono motivi tecnici per cui un ingresso debba essere diverso dall'altro. Ammesso di non parlare di dac economici dove l'ingresso farlocco può sempre starci, l'unica variabile è la percezione umana, con tutte le sue debolezze.

Un confronto valido deve essere fatto almeno con una commutazione A/B, con lo stesso stream audio, in tempo reale. E anche così non è detto che si riesca a stabilire se ci sono differenze reali.

Io credo che chi si solito non è portato a sentire differenze tra i cavi, raramente sente differenze tra un ingresso e l'altro, e viceversa. Faccio parte della prima categoria, indubbiamente, ma con sincerità, quando mi è capitato di sentire qualcosa che non andava con una sorgente digitale, me ne sono sempre accorto subito e c'era effettivamente un motivo. La differenza infatti in tal caso è così macroscopica da non passare inosservata.
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Parliamo di cavi - Pagina 2 Empty Re: Parliamo di cavi

29/10/2016, 16:58
Biscottino ha scritto:....in ogni caso, sono d'accordo con l'ultimo periodo da te scritto, le differenze "vere", le fanno gli apparecchi, i cavi ed altri ammennicoli hiend servono solo a far spendere soldi a persone che cercano dai cavi prestazioni migliorative che invece dovrebbero trovare nei loro apparecchi.

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29/10/2016, 19:02
Senza sminuire gli ottimi interventi di Alex, che condivido,  nel passato mi lessi gli articoli di Mario Bon che reputo persona assennata, competente nonché ottimo progettista.
Per tornare nel topic, leggetevi questo:
http://mariobon.com/Articoli_nuovi/015_Percepire_impercettibile.htm
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29/10/2016, 19:11
Io piú che sui cavi ora sono intrippato sugli OS con molta fatica ho configurato una distro gentoo con mpd e suona magnificamente, penso che sulla strada della musica liquida per ottenere uno stream di qualitá ci sia molto spazio per ulteriori miglioramenti.
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