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bandAlex
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La sacra catena Empty La sacra catena

20/7/2011, 11:39
Tra le varie riflessioni che occupano la mia mente, ce n'è una che voglio condividere con voi perchè la ritengo interessante anche per altri motivi non legati esclusivamente alle cuffie. Cioè non voglio parlare ancora una volta delle qualità di una cuffia, o dell'ampli al quale è collegata, che alla fine ne uscirebbe un giudizio personale e che come tale lascerebbe il tempo che trova.

Vorrei porre l'accento invece sui motivi che mi hanno spinto a interporre tra l'amplificatore e la cuffia (la D5000, vedi thread relativo) un elemento ulteriore, che altera volutamente le caratteristiche di quest'ultima, avvicinandola a ciò che ritengo sia più consono per una riproduzione ottimale.

Qui si apre un discorso di tipo filosofico (un altro!) su quanto sia corretto un intervento di questo tipo. La filosofia audiofila del minimo intervento è ovviamente contraria a tutto ciò: se devo intervenire su qualcosa che non mi piace posso cambiare l'ampli, la sorgente, i cavi, la cuffia, l'impianto elettrico, oppure cambiare casa, ma di interporre un elemento che altera in qualche modo la risposta naturale della catena così com'è non se ne parla. Fanno eccezione a questa regola il tube rolling e il condenser rolling.

Anche queste due eccezioni ovviamente sono un elemento che modifica la catena per quello che è, ma dalla loro hanno il vantaggio che sono meno visibili. O almeno, danno l'impressione di esserlo. Se metto una valvola al posto di un'altra e non dico niente a nessuno, posso spacciare la mia catena di ascolto per quello che è o fare finta che lo sia. Se cambio un cavo di segnale, anche questo è un elemento che entra a far parte della catena così com'è, e dovrebbe per questo lasciare inalterato il concetto che ho di catena di ascolto, concetto omologato dall'"imprinting" audiofilo.

Uno dei motivi di tale imprinting è possibile che sia il legame che si instaura tra l'audiofilo e l'apparecchiatura, un legame quasi feticista. Come quando si è innamorati della propria compagna o del proprio compagno, del quale si vedono solo i pregi e mai i difetti. E quando questi ultimi escono fuori in maniera evidente, si è disposti a qualunque tipo di aggiustamento, purchè esso sia garbato e non metta in discussione ciò che pensiamo di quella persona.

Se ad esempio ho un bellissimo amplificatore a valvole, tutto cromato e scenografico, e però mi accorgo che qualcosa non va, che non è proprio come vorrei, allora la cosa più facile è quella di agire su tale apparecchio cambiando di sana pianta tutte le valvole che ci sono, e sentire l'effetto che fa.

Dal punto di vista elettrico fare una cosa del genere è uno sconquasso, capace di stravolgere il comportamento di un amplificatore. In un sol colpo si cambiano tutti gli elementi attivi del circuito, con altri che quasi certamente sono molto diversi, pur mantenendone la tipologia. Ogni valvola infatti ha determinati parametri (come la trasconduttanza, ad esempio) che cambiano non solo da modello a modello, ma persino da esemplari dello stesso modello, magari prodotti in anni diversi.

Nonostante lo sconquasso, il tube rolling è pratica diffusa perchè rientra nell'eccezione di cui parlavo: non si aggiunge ne' si toglie nulla alla catena di ascolto canonica, e la faccia dell'amplificatore (e del rapporto che si ha con esso) è salva.

Ma un rapporto di questo tipo, come tutti i rapporti di tipo feticistico, impone un caro prezzo da pagare: a parte quello degli oggetti che spesso hanno un costo esorbitante (aspetto non secondario), il prezzo più alto è la rinuncia al buon senso e alla razionalità. Quando si pagano delle valvole di ricambio quanto l'amplificatore stesso, o si fanno mettere le mani dal "guru" di turno per cambiare tutti i condensatori, o peggio ancora tutto il cablaggio, è evidente che quel qualcosa che non ci piace è parte intrinseca del nostro amato, e che tanto vale prendere in considerazione un divorzio.

E spesso il divorzio arriva, l'amplificatore viene rivenduto, con tanto di set di valvole nuove (anzi, NOS), e mai che si dica che non andava bene. Al massimo, poteva non essere capito, non si è lasciato esprimere, non lo si è saputo conciliare con gli altri elementi della catena di ascolto, ma anzi è ricco di potenzialità. Sono espressioni lette un po' qui e un po' là, ci abbiamo fatto l'abitudine e ormai non ci facciamo più caso.

Al centro di tutto però c'è sempre la sacra catena.

Oggi l'avvento del digitale e della musica "liquida" hanno cambiato le carte in tavola, e alcuni audiofili (soprattutto i più attempati) si sentono a disagio perchè il concetto di sacra catena è messo in dubbio. Anzi, la catena gliela stanno proprio rompendo pezzetto per pezzetto, anello dopo anello.

Sono caduti quelli che erano i riferimenti di una volta: il composto instabile giradischi/braccio/testina (ma ci sono gli ostinati in controtendenza), la meccanica CD da migliaia di euro, etc.

Gli ostinati che cambiano cavi/condensatori/valvole (etc.) si spiegano con il fatto che il concetto di "catena di ascolto" convenzionale, come lo si è sempre pensato (e voluto) è ben radicato, e nasconde significati che vanno al di là dell'hobby audiofilo.

E' evidente infatti che per molti non è importante la qualità audio in se', o la fedeltà di riproduzione, concetti questi ormai passati di moda. Spesso infatti si legge che non conta che un amplificatore o una cuffia siano fedeli, quanto piuttosto che essi corrispondano alle aspettative del momento. Il fatto che tali aspettative siano magari del tutto sballate o che non c'entrino niente con l'alta fedeltà è del tutto secondario.

Se a questo ci aggiungiamo il fatto che la sacra catena è spesso associata a uno status da sfoggiare, a mo' di nobile appartenenza, si completa il quadro della situazione, della quale gli attori principali sono gli hobbisti (noi) spesso incompetenti, e i "guru", spesso approfittatori. Un quadro senz'altro desolante.

Parlo di incompetenti perchè a differenza degli altri hobbisti, l'audiofilo tipo è esentato dal conoscere la materia di cui parla. Se domandate a un appassionato di automobili come funziona un motore, vi spiegherà per filo e per segno ogni dettaglio, vi indicherà le funzioni dei componenti principali, etc. Anche un collezionista di francobolli è sempre preparato dal punto di vista tecnico, vi saprà dire tutto sul processo di stampa, l'uso degli inchiostri, etc.

La vita dell'audiofilo attuale, invece è molto più semplice: non ha bisogno di competenza, deve solo seguire la strada battuta dal gregge. Non sa come funziona un condensatore, però non ci pensa due volte a farselo sostituire a cifre folli. Non ha le basi per capire se un cavetto è il suo problema, ma preferisce cambiarlo con un cavo più costoso, perchè se qualcun altro lo ha fatto un motivo ci sarà. E questo aumenterà il suo status.

Non sa come funziona una cuffia (la questione del "push e del pull" letta su altri forum relativamente alle cuffie insegna), e però discetta di "impedenze" e di "bilanciamento".

E in questo marasma fatto solo di rumore di fondo, dove la tensione diventa corrente e viceversa, dove i watt diventano ampere, e gli ampere si confondono con gli ohm, e i trasformatori negli scatoloni rappresentano l'ultimo ritrovato della tecnologia audiofila, ci sguazzano gli squali pronti a tutto, che ovviamente non fanno nulla per migliorare le cose, perchè ciò andrebbe contro il loro stesso interesse.

Per gli squali la catena è d'oro. Nel vero senso della parola. Se si abbandonasse il concetto di catena di ascolto così come è impresso nella mente dell'audiofilo, non avrebbe più senso acquistare un cavetto a peso d'oro. O cambiare il colore dei condensatori (quelli bianchi, quelli neri, quelli rosa confetto). O le valvole. Se all'improvviso la catena immutabile sorgente -> cavo -> amplificatore -> cavo -> cuffia si potesse interrompere o allungare, cadrebbero inesorabilmente tutte le liturgie ortodosse a cui siamo costretti, si assisterebbe a una sorta di liberazione audiofila i cui effetti benefici non si limiterebbero al lato economico, ma si estenderebbero anche a quello sociale/culturale.
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17/1/2017, 10:51
L'ho riletto, e confermo parola per parola... grande sorriso
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17/1/2017, 12:21
Dal momento che Alex tira fuori il concetto della sacra catena che non deve mai essere spezzata con l'interposizione di "corpi estranei" ma modificata dall'interno, spendendo soldi, tanti soldi per arricchire i guru et similia, esprimo un concetto che mi è sempre appartenuto cioè:" io ascolto musica ( la modalità di ascolto ) in base al piacere procuratomi e se qualcosa non va faccio di tutto per sistemarla ", leggi MY FI.
Questo concetto mi ha sempre permesso di non farmi travolgere dalle pressioni esterne e mi ha sempre spinto a cercare soluzioni alternative, non avendo disponibilità economiche superiori alla media. E' ovvio che tale modo di vedere l'argomento non può essere accettato a cuor leggero da chi, magari, ha speso fortune per acquistare apparecchiature che poi, alla fine, non lo soddisfano, continuando "in eterno" la ricerca del Santo Graal. Ovviamente, a maggior ragione, chi guadagna da tutto ciò , sfruttando la buona fede degli appassionati, crea in continuazione " bisogni artificiali" senza i quali un audiofilo/appassionato DEVE sentirsi frustrato ed insoddisfatto.
Oggi, dopo circa due anni dalla mia PRIMA segnalazione su questo ed altri forum, SENZA CHE NESSUNO AVESSE RACCOLTO E CERCATO DI SVISCERARE L'ARGOMENTO, dal momento che con l'avvento della musica in digitale si ha la possibilità di modificare il suono nel dominio digitale ( come se provenisse direttamente dal cd o file, propongo nuovamente che si prenda in cosiderazione un apparecchietto, importato dalla Home Cinema Solution, tale MINIDSP nano DIGI 2x8 del quale inserisco un link: [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] in Box.
Tramite un programmino, fornito dal venditore, si potrà settare il tutto su pc, è ovvio che l'intelligenza e la moderazione nell'utilizzo facciano la loro parte. Io lo posseggo e da quel giorno " la mia cuffie è tutte le cuffie" ed " il mio amplificatore è tutti gli amplificatori ". Forse avrò detto "minchiate" o forse no aspetto commenti visto che il prodotto non è molto conosciuto.
Saluti a tutti.
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17/1/2017, 18:03
Certamente il digitale e la musica "liquida" hanno cambiato le carte in tavola, ed è un po' come dici tu, il risultato sonoro può essere modificato e adattato ai propri gusti. Fermo restando che sono contrario al concetto di "my-fi", effettivamente oggi si può intervenire facilmente con vari plugin e compensare efficacemente qualche piccolo difetto dell'impianto, senza introdurre artefatti.

D'altra parte, non si deve esagerare e credere che con il digitale sia tutto possibile: nessuna elaborazione potrà mai far suonar bene un amplificatore con una distorsione di incrocio troppo alta o progettato male; con le cuffie tale limite è ancora più evidente e gli interventi possono essere mirati alla correzione di piccole mancanze timbriche, ma di certo una cuffia carente nella risposta ai transienti o senza punch o con una eccessiva distorsione da intermodulazione non la correggi con un DSP.

Lo stesso discorso è valido ovviamente per qualunque cosa: diffusori, sorgenti, etc.

Per questo è importante che di base ci siano apparecchiature comunque bensuonanti e cuffie attendibili.

Il discorso della correzione (anche con dei semplici controlli di tono) evita soprattutto di cadere in paranoia per delle piccole differenze per le quali si spendono migliaia di euro in cavi, ad esempio. Un semplice controllo di tono alti/bassi potrebbe far miracoli con molte cuffie, eppure quanti amplificatori si vedono in giro equipaggiati con un controllo di tono? Pochi vero? Se uno vuole un maggior controllo sul risultato finale, oggi è costretto a cambiare ampli, cuffia, cavi... oppure passare per un plugin digitale. Tutto questo non ha senso, secondo me. Bisognerebbe tornare un po' indietro e riconsiderare alcune soluzioni analogiche, che se ben progettate hanno poche controindicazioni e tanti vantaggi.
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17/1/2017, 23:31
Molti hanno perso di vista il fine e si concentrano sui mezzi senza averne le competenze.
E' vero che questi si sono evoluti tecnologicamente, ma siamo sicuri che 1970 ogni audiofilo conoscesse il funzionamento di una testina fonorivelatrice?
In % gli stessi che oggi sanno la differenza da dithering e noise-shaping? Ma soprattutto: è necessario saperlo ?

Sei proprio convinto che oggi gli appassionati di motori sappiano come funziona una centralina ? Cos'è importante per loro?
La prova su strada o i tecnicismi che la controllano?

Dov'è la linea di demarcazione tra MY-FI e HI-FI.
Quale definizione diamo a quest'ultima parola?
E' la riproduzione quanto più simile ad un evento sonoro?
Praticamente impossibile da ottenere nelle mura domestiche. Tanto meno con le cuffie.
Allora scendiamo dall'ideale e definiamo HIFI come la riproduzione quanto più fedele di un supporto?
Quindi una sacra catena lineare.
Ma di tutti i componenti,  uno in particolare non è lineare. Guarda caso il trasduttore. Già il fatto che un elemento più di altri alteri il messaggio originale sarebbe da considerare MYFI.
Non va bene?
Sostituisco i componenti a monte per compensare le aberrazioni e rendere il sistema lineare.
Oppure modifico il componente. Ed in questo caso che avrei bisogno delle competenze!
Ma concettualmente non vedo la differenza perchè punta allo stesso risultato: la catena NON è sacra no
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18/1/2017, 01:14
supertrichi ha scritto:Molti hanno perso di vista il fine e si concentrano sui mezzi senza averne le competenze. E' vero che questi si sono evoluti tecnologicamente, ma siamo sicuri che 1970 ogni audiofilo conoscesse il funzionamento di una testina fonorivelatrice?

Non credo che sia importante fare il paragone con gli anni '70 (e parte degli '80) e del resto lo ritengo talmente improponibile che non mi sognerei mai di farlo nemmeno per scherzo. Non capisco perchè tu lo abbia tirato fuori, visto che in quegli anni l'hi-fi è stata talmente grande, talmente radicata nella cultura dei giovani di allora, talmente ricca di innovazione che il solo ricordo di quel decennio proietta un'ombra scura su quel poco che è rimasto oggi.

Ma ripeto, nonostante il tuo paragone possa diventare un ottimo compendio a quanto ho già scritto nel post precedente, non credo sia necessario viaggiare nel passato per capire le storture di un settore come la cosiddetta hi-end di oggi. Che è ormai un settore di nicchia, non dimentichiamocelo.

Oggi pochi sanno cos'è il dither, è vero, ma non si pretende mica che concetti tecnici anche abbastanza complessi come il dither o il noise shaping siano chiari a tutti. Il mio post non si riferisce a tutti. Si riferisce a quella parte di praticanti (la maggioranza) che comunque rappresenta una piccola nicchia in un settore da barzelletta, che non solo credono che il noise shaping sia una nuova marca di rasoio elettrico, ma che cambiano il cavo di alimentazione spendendo centinaia di euro nella convinzione di migliorare il proprio impianto. E il cavo di alimentazione è solo un esempio, ce ne sono altri ancora più... significativi.

Qui non si tratta di avere conoscenze tecniche approfondite (alla fine degli anni '70 io avevo 16 anni e il primo fonorivelatore me lo fece installare un compagno di classe più esperto di me che ne aveva 15, di anni) ma del minimo sindacale che un comune appassionato di audio dovrebbe avere come bagaglio di conoscenze personali. Che so, sapere cosa è l'elettricità e come funziona un interruttore.

Mica si deve essere degli scienziati, eh.  frankie
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18/1/2017, 07:10
Interessante post, che mi era a suo tempo sfuggito, anche se abbastanza "di parte"... Concordo su molte cose, molto meno su altre, ma è certamente coerente con lo spirito del Boss... grande sorriso
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29/1/2017, 22:42
Riprendo questo 3D per far rientrare una domanda. Come si pone l'equalizzatore, nel contesto della sacra catena?
Fino all'altro ieri erano bannati tutti i controlli di tono. Oggi sempre più spesso leggo su altri forum ( Head-fi o Superbest.. )  di persone che correggono, soprattutto in digitale, la r/f delle cuffie.
Posso immaginare che rispetto ad un equalizzatore parametrico analogico, un DSP evoluto sia notevolmente migliore.
Tuttavia anche questo non è esente da introdurre rotazioni di fase. Ma queste, soprattutto sulle medio alte frequenze sono udibili ?

P.S. Ho riletto l'intervento precedente sugli anni '70 ed ammetto essere fuori luogo. La mia riflessione era orientata al fatto che la tecnica analogica è concettualmente più semplice della digitale e quindi più facilmente alla portata della massa.
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30/1/2017, 09:02
Ritengo che se usati cum grano salis, i controlli di tono o meglio una equalizzazione nel dominio del digitale possa in alcuni casi migliorare l'ascolto.
Io quando utilizzo una equalizzazione apportata dal player in digitale non riesco a percepire un decadimento del messaggio sonoro, l'intervento mi sembra del tutto trasparente, ma potrebbe essere solo un mio problema.
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30/1/2017, 10:33
password ha scritto:Ritengo che se usati cum grano salis, i controlli di tono o meglio una equalizzazione nel dominio del digitale possa in alcuni casi migliorare l'ascolto. Io quando utilizzo una equalizzazione apportata dal player in digitale non riesco a percepire un decadimento del messaggio sonoro, l'intervento mi sembra del tutto trasparente, ma potrebbe essere solo un mio problema.

Non è un tuo problema: un controllo di tono digitale - se l'algoritmo è ben realizzato e i bit sono sufficienti - è del tutto trasparente. Ma attenzione, ciò non vuol dire che non si debba mantenere l'intervento entro limiti ben precisi. La stessa cosa è valida con i controlli di tono analogici, ovviamente. La differenza tra un controllo di tono digitale e uno analogico è che quest'ultimo di solito è abbastanza economico, nella maggior parte degli amplificatori, e le curve non sono scelte con la necessaria oculatezza. Naturalmente l'altra differenza (abissale) è nella flessibilità dell'intervento, che con l'analogico di solito è rigidamente fissata.
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30/1/2017, 12:23
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Con quale sw e hw correggi e riprocessi il segnale ?
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30/1/2017, 12:35
Come player utilizzo MusicBee  e al suo interno c'è un equalizzatore a 10 0 15 bande, ci sono dei preset ma ne puoi salvare a tuo piacimento.
Comunque non ne faccio molto uso e sempre per piccole correzioni.
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